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Solidarietà a Filippo Savarese
Cianciano di diritti, ma minacciano di morte.
Parlano di libertà, ma censurano manifesti.
Si proclamano difensori dell’autodeterminazione, ma la negano ai bambini nel ventre materno.
Difendono le donne, ma le affittano ai ricchi che vogliono un figlio.
Ieri ho denunciato ai Carabinieri la comparsa della scritta 'Eutanasia per Savarese' nel quartiere Nomentano di Roma dove vivo. La firma "♀" non lascia dubbi sull'identità ideologica degli esecutori. Nessuna paura, andiamo avanti più determinati che mai. #StopAborto @CitizenGOit pic.twitter.com/yhdrLSk8lO
— Filippo Savarese ن (@FilSava) May 17, 2018
“Eutanasia per Savarese”: scritta choc contro l’attivista pro life
di Giuseppe Aloisi, da Il Giornale
Una scritta indirizzata contro un attivista pro life. Filippo Savarese è uno dei promotori della campagna anti-aborto comparsa in questi giorni per le strade della Capitale.
Di questa iniziativa e di quelle che nel corso degli anni ha criticato la presenza dell’ideologia gender all’interno delle scuole italiane. I lettori ricorderanno “il bus della libertà” e le peripezie affrontate in alcune piazze d’Italia.
I cinquanta cartelloni tanto discussi sono stati rimossi, ma la vicenda continua a interessare le cronache giornalistiche. Il manifesto contestato associava l’aborto al femminicidio. Si è sollevato, così, un polverone di polemiche che ha coinvolto reti femministe, esponenti politici, commentatori e singoli utenti social.
Un testo “provocatorio”, che sarebbe arrivato a mettere in discussione l’esistenza delle libertà individuali delle donne. “L’aborto è la prima causa di femminicidio del mondo”, recitavano i manifesti. Contrari e favorevoli, come spesso accade in queste circostanze, si sono alternati nell’esprimere il loro punto di vista. Lo scopo della campagna era quello di sensibilizzare la popolazione sul reale numero di aborti effettuati ogni anno.
Ma qualcuno sembrerebbe aver deciso di oltrepassare il piano della dialettica pacifica.
Il coordinatore di CitizenGo, infatti, è citato in uno “slogan” choc apparso questa mattina al Nomentanto: “Eutanasia per Savarese”, scritta in rosso su un muro del quartiere di Roma. In rete si parla di “minacce esplicite”. Gli attivisti cattolici non sembrano spaventati. Hanno “replicato” con una foto su Facebook in cui ribadiscono che, in ogni caso, “è meglio vivere”. Il simbolo che segue la scritta apparterrebbe, secondo quanto si legge su In Terris, alla sigla di un movimento femminista.
“Mi aspetto – ha dichiarato Savarese in riferimento all’accaduto – che esponenti del Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle come Monica Cirinnà e Virginia Raggi condannino l’auspicio di morte nei miei confronti, e mi chiedo se il Comune rimuoverà la scritta con lo stesso zelo con cui ha rimosso i nostri manifesti”.
I cartelloni citati, in effetti, sono stati rimossi in meno di tre giorni. “Minacce e censure politiche non ci fermeranno mai – ha chiosato l’attivista – Questo sabato a Roma saremo migliaia alla Marcia per la Vita, per ribadire il nostro no all’aborto e il nostro grande Sì alla Vita. L’appuntamento è alle 14,30 a Piazza della Repubblica: migliaia di persone brandiranno copie esatte dei manifesti affissi a Roma e poi censurati dal Comune”. Il mondo pro life rilancia e dà appuntamento a sabato prossimo, quando a Roma sfileranno migliaia di persone. Quest’anno, la Marcia per la Vita, sarà dedicata anche ad Alfie Evans.
E, a proposito della Marcia per la Vita di sabato scorso: ne avete per caso sentito parlare alla tv?
La buona battaglia va combattuta fino in fondo.
Grazie a tutti i soldati in prima linea, grazie Filippo Savarese.