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Ex Montefibre, il Pd chiede un tavolo di confronto con il Ministero delle Imprese

L’interrogazione porta la firma della senatrice Susanna Camusso. L’avvocato Giacinto: riportare al centro del dibattito politico il tema del lavoro.
ACERRA – La Senatrice Susanna Camusso ha promosso un’interrogazione a risposta scritta, rivolta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sull’ormai annosa questione dei lavoratori dell’ex Montefibre di Acerra (Napoli), chiedendo la convocazione di un tavolo per “favorire procedure di concertazione per individuare le misure più idonee al loro riassorbimento nel tessuto lavorativo locale”.
Lo rende noto la sezione locale del Pd, sottolineando che la gestione relativa alle vicende della Montefibre “pur essendo stata più volte posta all’attenzione del Ministero dello sviluppo economico, non è mai stata risolta”.
“E’ fondamentale, per il nuovo corso del Pd, riportare al centro del dibattito politico il tema del lavoro e delle tante crisi occupazionali che insistono sul nostro territorio – ha commentato l’avvocato Arcangelo Giacinto, esponente del coordinamento cittadino dei Dem – ringrazio la Senatrice Camusso che ha dato pronto riscontro all’impegno preso con in lavoratori qui ad Acerra qualche settimana fa, nella speranza che il Governo dia risposte concrete che vadano nella direzione di risolvere questa annosa e grave emergenza, ridando dignità e serenità agli ex dipendenti ed alle loro famiglie. Il Pd di Acerra continuerà ad essere al loro fianco, fornendo il massimo supporto e sostegno”. Attualmente sono 125 i lavoratori della ex Montefibre che non hanno prospettive occupazionali, “troppo anziani per ricollocarsi nel mondo del lavoro e troppo giovani per accedere ai trattamenti di quiescenza”, spiegano dal Pd. “Nel corso degli anni – aggiungono – sul sito originariamente occupato dall’azienda si sono formati nuovi insediamenti industriali, tra i quali anche il termovalorizzatore, ma, nonostante gli accordi sottoscritti con le istituzioni, nessuno dei lavoratori ex Montefibre vi è stato riassorbito”. Lo stabilimento cessò la produzione di fili in poliestere nel 1999, e dopo una serie di cessioni e riorganizzazioni, nel 2018 si giunse al fallimento. Il numero dei dipendenti, che era arrivato a circa 2000 tra interni ed indotto, si è via via assottigliato fino ad arrivare alle 125 unità che percepiscono da alcuni anni l’indennità di mobilità.