Da tutta Europa per la ‘Settimana della Sociologia’ al Suor Orsola

By on 30 ottobre 2023

Diversi i temi affrontati, per Borrelli “la sociologia non è autoreferenziale o accademica, ma parla alla società per trasmettere qualcosa”.

NAPOLI (Guido Caiazzo) – Si è conclusa giovedì 26 ottobre la ‘Settimana della Sociologia’, che ha avuto il ‘taglio del nastro’ lunedì 16 ottobre, presso l’Università ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli. Diversi temi spaziati, con molteplici interventi di esperti giunti da tutta Italia (persino dall’Université de Strasbourg e dall’Universidad Complutense de Madrid) .

“Per una nuova idea di università: quale missione per l’istruzione del XXI secolo?” a “La valutazione di sistema della scuola e dell’università”; da “Vite senza welfare: contrôler les assistés e reddito di cittadinanza” a “La mutazione digitale tra salvezza e disastro. Prospettive a confronto”; da “Il commissariamento della politica in Italia e nel Mezzogiorno: ragioni e interrogativi di una ricerca” a “L’accessibilità come missione. Pratiche di formazione e trasformazione degli spazi sociali” fino ad arrivare alla presentazione della rivista “Il Mulino” sul tema “Serve più stato?” e, per concludere, del recente libro di Enrico Mauro “Contro la società del sorpasso. Il pensiero antimeritocratico di don Tonino Bello”: questi i temi trattati nel corso della ‘Settimana della Sociologia’ a cura del comitato scientifico composto dal Rettore Lucio D’Alessandro, Davide Borrelli, Clelia Castellano, Stefania Ferraro, Sergio Marotta, Antonello Petrillo e Ciro Pizzo; del coordinamento scientifico composto da Anna D’Ascienzo e Angela Pelliccia; e dal coordinamento evento composto da Margherita Musello. Il tutto incorniciato dai saluti del rettore Lucio D’Alessandro.

Lo spirito dell’iniziativa è di cercare di far capire che quello sociologico non è solo sapere accademico e autoreferenziale, ma può e deve parlare alla società – ha esordito Davide Borrelli, tra i coordinatori e docente di Sociologia dei processi culturali – nella convinzione che abbia qualcosa di prezioso da trasmettere alla comunità. Se fosse solo un sapere specialistico, non riuscirebbe davvero ad assolvere a questa funzione. La Sociologia – ha proseguito – è nata per riflettere e studiare la società. Se concepiamo la sociologia in questo senso, già rendiamo un grande servizio alla società. Come cittadini ci troviamo nella condizione di “osservanti” delle norme e delle consuetudini di una società, ma come sociologi accediamo alla prospettiva di “osservatori” che possono rendersi conto di come funzionano quelle norme e quelle consuetudini, del motivo per cui si sono affermate e consolidate e di come potrebbero essere altrimenti. Spesso di parla di università come torre d’avorio per riferirsi alla sua posizione privilegiata e isolata, ebbene bisogna precisare che se questa espressione ha un senso è solo nella misura in cui l’università deve poter rappresentare una “torre di guardia” che sta in posizione distante e sovraelevata a presidio della società. Questo è il senso che si è voluto trasmettere con la Settimana della sociologia. D’altra parte, quando si parla di missione dell’università, non bisogna pensare che sia compito dalla ricerca scientifica, e in particolare della sociologia, risolvere problemi specifici , magari posti da altri – ha spiegato Borrelli – ma piuttosto  contribuire a porre dei problemi laddove sembra non ce ne siano. Questo il compito che ci si può attendere dalla conoscenza sociologica: non tanto una funzione di problem Solving, semmai di problem setting, non tanto cioè non risolvere problemi ma contribuire a definire l’agenda di che cosa fa problema. Nella sua autonomia – ha concluso Borrelli – l’università deve conservare la sua prerogativa di bene comune incondizionato e incondizionabile”. In fondo, tutto è Sociologia.

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