Il Club Paradiso insorge, basta arbitri mediocri

By on 15 marzo 2014

ACERRA – Tre giornate di squalifica a D’Anna, due a Scaniglia e 160 euro di verbale alla società: è il bollettino di una normalissima partita di calcio a 5! Già proprio così non vi è nessun errore di battitura da parte nostra, n’è da parte della F.I.G.C. è semplicemente la libera interpretazione del signor Gianmarco Retta, della sezione di Nocera Inferiore. Un’interpretazione allucinante che lascia inibito chiunque abbia assistito alla gara, una gara che è stata bella e vibrante fino all’exploit di Retta che ha attirato l’attenzione di tutti su di se innervosendo i calcettisti e rovinando lo spettacolo.

Spettacolo che diceva Club Paradiso padrone del campo ma tanto sprecone e Vip Club impacciata e macchinosa ma cinica e spietata sotto porta per un parziale di 2a2. Tutto questo fino al dodicesimo della ripresa: da lì in poi emergerà solo l’incompetenza di Retta, che concede un calcio di rigore, sacrosanto, alla squadra ospite per poi fare dietro front dopo un colloquio con i calcettisti della Vip Club, i quali stupidi dal comportamento dell’arbitro rispondono in maniera discordante. Qui inizia lo show, anzi lo show era iniziato già alle 14.20 circa quando il direttore di gara appena giunto nell’impianto acerrano chiede alla dirigenza locale di far sorvegliare la zona antistante gli spogliatoi poiché lo scorso 21 dicembre, data in cui arbitrò Club Paradiso – CUS Napoli, al termine della gara egli aveva trovato rotta la maniglia del suo spogliatoio e temeva che ci potessero essere nuovi problemi. Atteggiamento insicuro e indeciso confermato, oltre che al 12′, al ventiquattresimo quando ammonisce per un battibecco il numero otto di casa, Scaniglia, e il numero ottantotto ospite, Ciotola, ammonizione che costa cara alla squadra di casa i quanto secondo giallo e conseguente uomo in meno. In quelle fasi concitate il numero 4 della Soccer Vomero Vip Club, Alexander, colpiva con un calcione, senza alcun motivo, il capitano di casa Trocchia che precipitava al suolo. A sua difesa si precipita D’Anna, numero 10, che spintona violentemente redarguendo verbalmente l’avversario. A quel punto il signor Retta decide di espellere il numero dieci di casa senza prendere alcun provvedimento disciplinare per il calciatore della squadra ospite.

Comportamento strano e discutibile che lascia più di qualche sospetto dal momento che il signor Retta anche nella sua scorsa direzione acerrana, quella del 21 dicembre, aveva espulso il numero 10 di casa e anche in quella situazione adottò un metodo più che discutibile (in quanto D’Anna venne espulso per doppia ammonizione, si vide mostrare il secondo giallo perchè l’avversario gli calciò di proposito il
pallone addosso mentre che egli indietreggiava alla distanza prestabilita dall’arbitro.); ed allora sorge spontanea una domanda: può essere che questo calciatore ha un comportamento antisportivo solo ed esclusivamente con quest’arbitro? O magari lo stesso direttore di gara è venuto in quel di Acerra per sfidare tutti e farsi ripagare per quella maniglia rotta, che poi non fu rotta di proposito?

I dubbi sono forti e vengono alimentati ancor di più a fine gara quando l’arbitro stravolge le decisione prese in campo decidendo registrare l’espulsione di Scaniglia come rosso diretto per condotta violenta e non come doppia ammonizione; a nulla sono valse le proteste del presidente Paolella (che sedeva in panchina come dirigente ufficiale), del dirigente accompagnatore e del capitano della squadra ospite i quali sostenevano a gran voce l’errore arbitrale dal momento che il numero 8 era stato espulso per somma di ammonizioni e non per rosso diretto. Proteste di solidarietà e disinteressate della squadra ospite che per non firmare il falso decide di non firmare il referto; mentre il presidente Paolella decide di firmare a malincuore onde evitare nuovi problemi con l’arbitro.

Questa crotica non è dettata da un momento di rabbia ma giunge solo alla fine di un campionato dove davvero possiamo contare su una sola mano gli arbitraggi equi; questa tesi è stata avallata anche da un osservatore degli arbitri venuto ad Acerra per esaminare il direttore di gara della sesta giornata di ritorno, osservatore che si lasciò scappare un: “Avete ragione, è un’indecenza: arbitri così fanno passare la voglia di fare i sacrifici! E meno male che pagate per giocare…”. Vedere scempi del genere non è possibile; adesso basta: siamo stufi di passare per la vittima sacrificale perché ultimi! Chiediamo gente competente e controllata perché non è possibile vedere arbitri che si presentano sui campi facendo il bello e il cattivo tempo ed applicando il regolamento a proprio piacimento solo perché sanno di essere ultratutelati e che nessuno può fargli niente. Adesso basta: se dobbiamo retrocedere vogliamo farlo con le nostre forze e non perché ci affonda una classe arbitrale incompetente!

In tutto questo obbrobrio l’unico a salvarsi è il presidente della nostra federazione, Antonio Astarita: è sempre al nostro fianco, sostenendo tutte le società di calcio a 5 mettendo a disposizione di questo movimento tutto il suo sapere; se il futsal campano oggi può godere ancora di un minimo di reputazione e serietà è soltanto grazie a lui… è solo grazie a veri innamorati di i questo sport, come lui, se ogni weekend su oltre cento campi in Campania si può godere sano calcio a 5: noi innamorati di questo sport meritiamo rispetto e arbitri come quelli della sezione di Nocera Inferiore (su tutti Nota e Retta che possono definirsi arbitri solo perchè indossano la divisa) ledono l’immagine del futsal compromettendone il suo futuro! (di comunicato stampa)

Centro Servizi Acerra