Ambiente, firmato l’accordo distrettuale tra Procure

By on 24 giugno 2025

Firmato oggi Protocollo di intesa per il coordinamento distrettuale in materia ambientale tra il Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Napoli, dr Aldo Policastro e i Procuratori del Distretto, dr. Gratteri per la Procura di Napoli, dr. Bruni per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, dott.ssa Lucchetta per la Procura di Napoli Nord, dr. Fragliasso per la Procura di Torre
Annunziata, dr. Airoma per la Procura di Avellino, dr. Del Gaudio per la Procura di Nola, dr.
Scarfò per la Procura di Benevento. Presenti l’avvocato generale, dottoressa Simona Di Monte
e i tre Sostituti Procuratori Generali addetti al Gruppo tutela Ambiente della Procura Generale
di Napoli, dottoressa Magnetta, dottor Brunetti e dottor D’Onofrio. Presenti anche i vertici delle
forze di polizia territoriali e di quelle specializzate nel contrasto dei reati ambientali, il Generale
Ciro Lungo Comandante della Regione Carabinieri Forestale “Campania”, il Comandante della
Polizia Metropolitana di Napoli dottoressa Lucia Rea, il Tenente Raffaele Nocerino della Polizia
Locale Sezione Ambiente di Napoli, il Tenente Colonnello Leonardo Rossi del Nucleo P.E.F.
della Guardia di Finanza Caserta, il Colonnello Pasquale Starace Comandante Gruppo N.O.E.
Napoli, il Maggiore Andrea Baldini Comandante N.O.E. Caserta e il Capitano di Fregata Antonio
Cilento della Capitaneria di Porto di Napoli.

Le indagini ambientali rientrano tra quelle che richiedono un impegno prioritario degli
Uffici inquirenti, sia in punto di coordinamento delle relative attività di indagine che di moduli
organizzativi virtuosi e buone prassi che si coniugano con la necessità di un forte impulso alle
indagini, con un attento e proficuo coordinamento tra gli uffici inquirenti del distretto
tenendo conto anche dell’attività della Rete delle Procure generali nella materia ambientale,
istituita presso la Procura generale della Corte di Cassazione nell’ambito delle attività di
attuazione dell’art. 6 del decreto legislativo del 20 febbraio 2006, n. 106.
Le condotte illecite in materia ambientale, per loro natura, hanno frequenti ricadute su aree più o
meno vaste comprendenti più territori che ricadono in diversi circondari dello stesso distretto, la
salvaguardia del territorio, inteso in senso ampio, come insieme di risorse viventi,
atmosferiche, idriche, geologiche, costituisce premessa per la salvaguardia della dignità
e del diritto fondamentale alla salute degli individui e dello sviluppo di una responsabile
iniziativa economica privata. Significative criticità nel distretto afferiscono a fatti che, sempre
più, coinvolgono l’attività di diverse procure, anche extra distrettuali e addirittura extraregionali.
Si pensi, a titolo di esempio, all’annosa problematica dell’inquinamento del fiume Sarno (e alle
connesse attività industriali lungo gli argini), che involge anche gli accertamenti “a monte'”, relativi
agli affluenti, e a valle, relativi allo specchio di mare in cui il fiume sversa, che da anni vede operare
contestualmente e sul medesimo fenomeno ben cinque procure, quattro del Distretto di Napoli
(Avellino, Benevento, Nola, Torre Annunziata) e una extra distrettuale (Nocera Inf.). Allo stesso
modo può dirsi per il litorale marino delle due penisole, sorrentina e amalfitana, che toccano
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i circondari di Torre Annunziata e Salerno, o del litorale domitio, che coinvolge le procure di
Napoli, Napoli Nord, S.M. Capua Vetere, fino al confine nord del basso Lazio, con competenza
della procura di Cassino. Ma si pensi in genere a tutto il demanio marittimo, all’inquinamento
dell’aria, alla c.d. Terra dei Fuochi e alla criminale gestione dei rifiuti
Il Protocollo costituisce un ulteriore strumento per la realizzazione di una stabile organizzazione
distrettuale finalizzata a:
– dare attuazione condivisa alle attività di ricognizione e diffusione delle buone prassi in
materia di accertamento dei reati ambientali;
– individuare le priorità investigative sul territorio del distretto sia per incentivarle
che per un utilizzo più accorto delle risorse tecniche e investigative del distretto sempre
troppo limitate a fronte della gravità delle condotte investigate;
– promuovere la condivisione di comuni moduli organizzativi;
– favorire lo scambio delle conoscenze, delle buone prassi per la loro diffusione ed
eventuale condivisione con le altre realtà territoriali.
– promuovere il coordinamento investigativo e la circolarità delle informazioni,
– prevenire duplicazioni di indagini e contrasti e scongiurare frammentarietà
delle stesse
con l’auspicio che siffatte attività possano costituire anche un efficace deterrente alla
commissione di nuovi reati e così producendo una effettiva tutela ambientale.
La Procura generale, in funzione di un tempestivo monitoraggio delle situazioni rilevanti, della
verifica delle questioni implicate e di un efficace intervento, avuto riguardo a criteri di priorità,
ha innovato prevedendo tre aree tematiche:
– l’Area I – competente in materia di demanio marittimo e inquinamento delle acque –
assegnata al dr. Vincenzo D’Onofrio;
– l’Area II – competente in materia di inquinamento dell’aria e gestione dei rifiuti –
assegnata al dr Valter Brunetti;
– l’Area III – competente in materia di Servizio Indagini Ambientali – S.I.A. – assegnata
al dr.ssa Fabiana Magnetta;
Il Protocollo mira anche ad implementare, con la collaborazione delle Procure del distretto,
e delle forze di polizia, il Servizio Indagini Ambientali (SIA), per garantire una proficua
utilizzazione delle emergenze ostensibili di tutti i procedimenti già attivati dagli uffici, nella
prospettiva di una più efficace e tempestiva azione di intervento a tutela dell’ambiente mediante
indagini mirate.
La pronta e completa raccolta e valutazione delle informazioni risultanti dai procedimenti già
attivati può ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili per le indagini coordinate dalle
Procure della Repubblica del distretto.
E’ in corso di definizione un protocollo di intesa con l’ARPAC per ottimizzare le risorse
disponibili, che sono sempre scarse, anche se va dato atto della disponibilità della Regione
Campania e dell’Arpac stesso per un aumento di tali risorse per fornire un supporto sempre
più efficiente ale investigazioni in materia ambientale.

COM. STAMPA

Centro Servizi Acerra