Il raid a gennaio del 2023 in via Annunziata ad Acerra.
ACERRA – Rapina in tabaccheria, due arresti. E’ quanto emerso a conclusione di una brillante indagine condotta ad Acerra dai carabinieri della locale stazione, guidati dal comandante Giovanni Caccavale e coordinata dalla Procura di Nola, che ha portato il gip bruniano ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Fabio Pacilio, di 41 anni (già detenuto a Lanciano) e Alessia Lupoli, 23enne, entrambi del posto. Sono accusati in concorso con altri soggetti ancora non identificati di aver messo a segno il raid avvenuto a gennaio dell’anno scorso ad Acerra contro una tabaccheria in via Annunziata. Stando alle contestazioni, la ragazza avrebbe avuto il ruolo di vedetta, mentre l’uomo sarebbe stato l’esecutore materiale del colpo. Il 41enne, col volto coperto da passamontagna e scalda collo, avrebbe fatto irruzione nel negozio puntando una pistola contro il titolare e i due dipendenti, di cui uno colpito alla testa col calcio dell’arma. “Dammi soldi o ti sparo’ le presunte parole proferite prima di prendere 2mila euro, qualche stecca di sigarette e fuggire su uno scooter insieme ad un’altra persona, ad oggi ignota.
Secondo la Procura nolana, invece, la giovane avrebbe fatto il ‘palo’ posizionandosi sotto casa del complice, in quel periodo ristretto ai domiciliari, in modo da avvertirlo qualora fossero arrivate le forze dell’ordine. Anche per questa indagine si sono rivelate fondamentali le telecamere del Comune di Acerra che hanno consentito ai militari dell’Arma di ricostruire innanzitutto il percorso dello scooter, un Honda Sh. Nei minuti successivi al raid, proprio grazie ai frames estrapolati dal sistema di videosorveglianza dell’ente, i carabinieri si recavano in una palazzina del centro storico di Acerra dove rinvenivano l’abbigliamento utilizzato durante la rapina e la busta bianca (peraltro sporca di sangue) in cui erano state riposte le sigarette depredate dal tabacchi. Il tutto finiva sotto sequestro e trasmesso ai Ris con l’obiettivo di accertare la presenza di tracce biologiche riconducibili ai protagonisti della vicenda. Dalle perquisizioni effettuate anche nella casa della ragazza, poi, venivano trovati e messi sotto chiave due passamontagna e quattro pistole a salve. Curiosità: nel tentativo di eludere ogni sospetto, la 21enne, vestita in maniera tale da avere le sembianze di un maschio, ivi compreso il taglio di capelli, avrebbe detto ai militari di chiamarsi ‘Alessandro’ ed in effetti anche agli stessi carabinieri era sembrata un uomo, salvo poi esibire il documento che ne appurava l’identità femminile. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
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