- Acerra ricorda l’Eccidio del ’43: emozioni e riflessioni con studenti e autorità
- ‘La salute dal campo alla tavola’, ad Acerra quattro giorni di eventi per uno stile di vita corretto
- Bullismo e scuola: una questione culturale-sociale e non strettamente legata ad ordine pubblico e sicurezza
- Miriam può sorridere, Maui è tornato tra le sue braccia
- Mala acerrana, 19 condanne tra capi e gregari
- Piscitelli, il talento che vuole sognare in grande nel ‘mito’ di Nesta
- Acerra accende la ‘fiaccola della pace’ alle celebrazioni nell’Alto Casertano
- Spazi per il Teatro, Acerra in festival da Pulcinella a Flo
- Attività di comunicazione per la raccolta rifiuti, l’associazione Eclisse chiarisce
- Dodici chili di droga e tre pistole, 32enne arrestato
Nuovo sequestro di beni ai fratelli Pellini
Questa mattina la Finanza ha notificato agli imprenditori prima il decreto di restituzione e successivamente il nuovo sequestro. Per la Dda il provvedimento si è reso possibile perchè il dissequestro era avvenuto esclusivamente per questioni formali.
ACERRA – Militari dei Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione ad un ordine di dissequestro e restituzione della Suprema Corte di Cassazione e, contestualmente, ad un “nuovo” decreto di sequestro adottato dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, avente ad oggetto un ingente patrimonio del valore complessivo di oltre 200 milioni di euro nella disponibilità dei fratelli Pellini Giovanni, Cuono e Salvatore, imprenditori di Acerra operanti in diversi settori economici, tra i quali la gestione del recupero, smaltimento e riciclaggio di rifiuti urbani e industriali.
Nel 2017 il vasto patrimonio dei predetti imprenditori era già stato oggetto di un sequestro di prevenzione sulla scorta degli esiti processuali che avevano portato alla loro condanna definitiva per il reato di disastro doloso continuato e delle indagini del G.I.C.O. di Napoli che avevano permesso di accertare la sproporzione fra i beni individuati e le disponibilità ufficiali dei proposti e di dimostrare, altresì, che gran parte dei detti beni rappresentavano il frutto e/o il reimpiego di attività illecite.
I beni sequestrati hanno poi formato oggetto di confisca di primo grado nel 2019, confermata con decreto della Corte di Appello di Napoli depositato il 19 giugno 2023.
Con sentenza depositata il 29 aprile 2024, la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha poi annullato il citato decreto della Corte di Appello di Napoli disponendo la restituzione di quanto in sequestro agli aventi diritto.
Conseguentemente, in esecuzione di tale sentenza, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli ha demandato i relativi adempimenti all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con facoltà per quest’ultima di avvalersi della Guardia di Finanza di Napoli.
Parallelamente, ravvisando la possibilità di emettere un nuovo provvedimento di sequestro prodromico alla confisca in ragione del fatto che il primo titolo ablativo era perento in sede di legittimità per ragioni esclusivamente formali, la D.D.A. di Napoli ha delegato il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria alla sede ad effettuare una compiuta e analitica ricognizione dei beni degli interessati.
Sulla base degli accertamenti svolti, ravvisando l’attualità dei presupposti soggettivi e oggettivi del primigenio provvedimento di sequestro, su richiesta della D.D.A. di Napoli, il Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione ha “nuovamente” disposto nei confronti dei menzionati imprenditori di Acerra e dei componenti i rispettivi nuclei familiari il sequestro dei seguenti beni: n. 8 società, n. 72 autoveicoli, n. 75 rapporti finanziari, n. 224 immobili, n. 75 terreni, n. 3 imbarcazioni e n. 2 elicotteri, per un valore complessivo stimato di 201.476.743 euro.