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Droga sull’asse Acerra-Maddaloni, due arresti e quattro indagati

Scoperto un giro di cocaina e crack tra i due paesi, l’operazione dei carabinieri.
ACERRA – Droga sull’asse Acerra-Maddaloni: due arresti, misura rigettata per altri quattro indagati. E’ quanto emerso dall’indagine effettuata dai carabinieri di Maddaloni – con il supporto dei colleghi di Acerra – che hanno bloccato un giro di cocaina e crack tra i due paesi. Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Luca Altobelli, 35enne di Acerra detto ‘luchetto’, mentre finisce ai domiciliari il suo ‘luogotenente’, Antonio Paragella, 57enne pure lui acerrano meglio conosciuto come ‘o zio oppure ‘o profumato. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e singole cessioni di stupefacente. Il pm, in realtà, ha invocato il carcere per cinque persone ed i domiciliari per una donna. Il gip del tribunale di Napoli Valentina Giovanniello, infatti, ha rigettato la richiesta per Fabio Barba, alias fabiolino, 38enne di Acerra (indagato per il solo reato associativo), Luigi Iovino, detto dentino, 35enne di Maddaloni (accusato di un solo episodio di spaccio), Patrizio Pascale, ‘o faccese, 43enne di Maddaloni (esclusa la partecipazione all’associazione) e la sua convivente Margherita Cioffi, 53enne pure lei maddalonese, accusata di un solo episodio.
Si tratta di uno stralcio di un altro procedimento della Procura di Santa Maria Capua Vetere nato da un esposto anonimo sulla presenza di un florido spaccio di coca a Maddaloni. Il prosieguo delle investigazioni – in particolare delle intercettazioni telefoniche da giugno 2020 – avrebbe consentito di individuare il gruppo con base ad Acerra attivo anche sul vicino comune del Casertano. A capo del sodalizio ci sarebbe stato il 35enne acerrano, a decidere le modalità di gestione dell’attività tra prezzo di vendita, modalità e tempi delle consegne e mettendo a disposizione la propria abitazione per custodire la droga. Il 57enne, invece, rappresenterebbe la persona di riferimento del ‘capo’, addetto alla cessione della ‘roba’ sia all’ingrosso – verso Maddaloni – che al dettaglio: l’uomo, inoltre, per la Procura avrebbe anche provveduto alla custodia ed al confezionamento delle dosi nel periodo in cui Altobelli era risultato positivo al Covid, oltre ad avere funzioni da ‘palo’ qualora avesse notato movimenti sospetti nei pressi della casa di ‘luchetto’. Stando alle contestazioni, poi, se ‘o zio non fosse stato disponibile o in presenza di una ‘mole di lavoro’ più alta, si sarebbe ricorso all’aiuto di ‘fabiolino’, il cui ruolo però è ritenuto marginale. Il 35enne maddalonese, invece, avrebbe avuto un ruolo di intermediario tra il gruppo di Acerra e gli acquirenti casertani – solo nel periodo di gennaio 2021 – occupandosi del materiale prelievo e della consegna dello stupefacente a Patrizio ‘o faccese.
I fatti contestati – l’ipotesi associativa e le nove cessioni – vanno da novembre 2020 fino a maggio 2021. Per gli inquirenti sarebbero state spacciate quotidianamente circa cento ‘pallini’ per un volume d’affari intorno ai 2mila euro al giorno. La richiesta della custodia cautelare nei confronti degli altri tre uomini indagati è stata rigettata innanzitutto perché essendo stati arrestati nell’ambito dell’inchiesta sammaritana (Barba, insieme ad Altobelli pure condannati in primo grado) escludendo pertanto il rischio di recidiva, il gip ha ritenuto sussistente la ‘contestazione a catena’ così da poter retrodatare la decorrenza dei termini di custodia cautelare.