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Dividendi 2020: la maggior parte delle banche italiane, ma non tutte, rinunciano definitivamente

L’attuale emergenza sanitaria ha modificato, completamente, l’atteggiamento del mondo finanziario. Ed il caso più emblematico, in tal senso, è rappresentato dalla rinuncia allo stacco del dividendo di buona parte degli istituti di credito, anche quelli, coma alcuni nostrani, che hanno fatto di questa operazione una vera e propria bandiera ideologica, al punto da distribuirli anche in fasi economiche e finanziarie molte complicate come il 2008 e il 2011. Una vera e propria rivoluzione, però, che non è nata come un moto di spontanea volontà da parte degli istituti.
La pressione di Francoforte è stata accolta dalle “banche di sistema”
È stata la Banca Centrale Europea, infatti, che ha operato una sorta di “moral suasion” al fine che le banche, almeno fino ad ottobre 2020, non elargiscano alcun dividendo ai propri azionisti: in un’epoca come questa, che rischia di segnare profondamente l’economia reale dell’Unione Europea ed in particolare quella di alcuni paesi membri, è opportuno che gli istituti di credito utilizzino questo somme per sostenere famiglie ed imprese. Secondo alcuni esperti finanziari, moltissime banche hanno aderito, controvoglia, alla indicazione di Francoforte, in quanto – nonostante la crisi stia assumendo dimensioni enormi – avevano a cuore la distribuzione del dividendo, già posta in accantonamento al termine dell’ultimo esercizio. Ma dopo le prime adesioni di alcuni grandi colossi del settore, la maggior parte delle banche di “sistema”, forse più per pudore che per reale volontà, non si è voluta svincolare dalle raccomandazioni della BCE. E l’esempio più lampante, in tal senso, lo si è potuto constatare nel nostro paese. La maggior parte degli istituti di credito di “peso” ha già comunicato di rinunciare alla distribuzione del dividendo per l’intero 2020, altre, invece, hanno preferito sospendere il pagamento in attesa che giunga ottobre e si abbia un quadro più chiaro della situazione sanitaria ed economica. Alcune, però, non hanno ancora comunicato la propria scelta: non è da escludere, di conseguenza, che qualche istituto di media o piccola dimensione decida autonomamente di andare per la propria strada staccando il dividendo. Da queste logiche, però, sono esclusi due grandi istituti italiani, che, complice la delicata situazione patrimoniale, non potevano distribuire dividendi prim’ancora dalla comparsa dell’attuale emergenza sanitaria: Monte dei Paschi di Siena e Banca Carige.
Dai dividendi possono essere recuperati 6 miliardi da destinare all’economia reale
Quanto possa essere importante la mancata distribuzione dei dividendi per l’economia reale, lo si può notare dai numeri. Le banche italiane, infatti, avevano già deciso, nel loro complesso, di distribuire dividendi per quasi 6 miliardi di euro. Una cifra, quest’ultima, che potrebbe essere destinata, invece, ad aumentare la patrimonialità degli istituti e consentire agli stessi di assistere imprese e famiglie in modo decisamente più efficace. Questa mossa sembra andare incontro ad un principio etico sacrosanto, data la situazione dell’economia italiana che sta precipitando sotto i colpi del maledetto virus. Ma da un altro lato, invece, non sembra essere stata accolta di buon occhio da diversi trader e piccoli risparmiatori, che vedono nel dividendo un porto sicuro per ottenere dei guadagni certi e sicuri, in grado di metterli al riparo delle inevitabili oscillazioni del mercato azionario, oggi più che mai improntato nel segno della volatilità.
Operare nel mercato azionario, come viene spiegato in modo chiaro e semplice su https://www.giocareinborsa.com/comprare-azioni, non può essere ricondotto alla sola possibilità di incassare, annualmente o semestralmente, un dividendo. Le variabili da considerare, infatti, sono molteplici. E spaziano dalla necessità di capire, tramite qualche dato del bilancio, la reale salute di un determinato istituto di credito, piuttosto che reperire informazioni utili a capire quali siano le prospettive future dello stesso. In Borsa, poi, è molto importante restare costantemente aggiornati: i rumors, spesso, possono essere dei potenti detonatori di guadagni o perdite. Tutti questi aspetti, di conseguenza, sono da tenere in adeguata considerazione, costituendo elementi primari rispetto alla pur importantissima opportunità di incassare un dividendo.