I populisti al Governo e le urla isteriche di opposizioni e giornalisti

Pubblicato da il 9 giugno 2018

Matteo Salvini ha osato dichiarare che farà tutto quanto in suo potere per fermare gli arrivi dei clandestini nel nostro Paese, attaccando anche le Ong. Sai la novità, verrebbe da dire: solo chi è stato fuori dall’Italia negli ultimi vent’anni potrebbe sorprendersi della posizione leghista sull’immigrazione. Eppure, nonostante questo raro esempio di coerenza – a cui evidentemente in Italia non siamo più abituati – i giornali non hanno trovato di meglio da fare che montare la polemica per le parole dell’ormai vicepremier e ministro dell’Interno.

Il campionario di insulti è il solito: razzista, fascista, xenofobo, populista, violento, eccetera eccetera.
Insomma, le trite e ritrite etichette che i pennivendoli di regime tirano fuori ogni volta per squalificare, senza lo straccio di un’argomentazione, chi non si allinea al pensiero unico e al politicamente corretto.

Bisognerebbe passare le giornate a smascherare le valanghe di insulti, falsità e menzogne spudorate che i liberi media continuano a vomitare contro chiunque manifesti un’opinione non gradita ai circoli che contano. E, come avrete notato, le iene dell’informazione stanno dando il peggio di sé contro il governo Conte, il governo dei populisti.

Hanno i nervi scoperti, di chi improvvisamente si è reso conto di non riuscire più a indirizzare l’elettorato secondo i propri desiderata, e reagiscono come dei cani rabbiosi con la bava alla bocca quando gli viene sottratto l’osso.

Un’altra indegna cagnara è stata montata sul ministro della Famiglia Lorenzo Fontana che, oltre ai soliti prima ricordati – razzista, fascista, ecc. – si è meritato anche l’insulto di omofobo. La sua colpa in breve? Essere cattolico.

Apprendiamo così ogni giorno nuovi limiti alle opinioni che è possibile avere ed esprimere nelle nostre libere democrazie. Dopo il dogma europeista, ci viene insegnato infatti che non si può più manifestare il proprio pensiero critico neppure sull’aborto o sulla cosiddetta teoria del gender.

Sia chiaro: non ci interessa difendere Salvini, Di Maio, Savona, Conte o Fontana dalle urla isteriche degli attori della grancassa mediatica. Ma non possiamo fare a meno di ringraziarli per aver portato finalmente alla luce del sole, in quelle istituzioni che fino all’ultimo hanno tentato di tenerli fuori, tutte le contraddizioni e le imposture dell’unica narrativa ammessa a essere discussa. I populisti hanno finalmente dato legittimità politica a tematiche che sono rimaste nascoste per troppo tempo, ignorate e silenziate dai circoli del potere.

È grazie a loro se oggi al MEF si può parlare nuovamente di interesse nazionale e se è finalmente rotto il tabù dell’irreversibilità dell’euro.
È grazie a loro se oggi si può parlare nuovamente di natalità e di sostegno alla famiglia e dire ad alta voce che un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà, altro che genitore uno e genitore due.
È grazie a loro se oggi si può alzare una voce dal Ministero dell’Interno per denunciare la connivenza tra le ONG e gli scafisti nel business della tratta degli esseri umani.
È grazie a loro se oggi si può ufficialmente mettere in discussione l’assurda guerra delle sanzioni alla Russia.

Contro le tempeste economico-finanziarie e geopolitiche che si intravedono all’orizzonte servirebbero coesione e unità nazionale, ma le grandi firme del giornalismo nostrano e gli immensi statisti all’opposizione non trovano di meglio da fare che accodarsi agli insulti ed agli attacchi che arrivano dall’estero.

E allora, nell’attesa che anche la cosiddetta grande stampa trovi finalmente il tempo di informarci invece di vomitarci addosso la sua superiorità morale, la nostra speranza è che questo governo sia all’altezza delle sfide enormi che incombono sul nostro Paese.

Antonio Schiavone

Centro Servizi Acerra