- Consuntivo approvato, l’opposizione prima presenta l’ordine del giorno e poi ‘scappa’
- Acerra 25 Aprile 2025, le istituzioni hanno onorato la Liberazione
- Acerra celebra il 25 Aprile, il sindaco d’Errico: si torna in Consiglio per Cittadinanza Onoraria a Liliana Segre”
- Rigenerazione urbana senza consumo di suolo, riqualificazione del centro storico e rilancio dell’economia di settore: dal Consiglio Comunale via libera allo sviluppo sostenibile della città
- Cocaina nell’armadio di casa, 20enne arrestato
- Acerra, il Consiglio ‘rigenera’ la città senza consumare suolo
- Verso una Gamesificazione delle Attività Ordinarie
- Bonifiche, Acerra si porta avanti: al via il risanamento di Calabricito
- Incendio azienda Caivano, l’Arpac rassicura: parametri aria nella norma
- Brucia un’azienda chimica a Caivano, ad Acerra domani scuole chiuse
Dipendente cacciato da Medicina Futura, il giudice: licenziamento illegittimo

L’ordinanza del tribunale di Nola accoglie il ricorso di un 34enne tecnico di radiologia, sindacalista aziendale per la Cgil: provvedimento sproporzionato.
ACERRA – Licenziamento illegittimo. E’ quanto ha stabilito l’ordinanza del tribunale di Nola nel procedimento intentato da un tecnico di radiologia, Carlo del Vasto, contro la Coleman srl, la società attiva nella sanità privata e convenzionata che ad agosto dell’anno scorso l’ha licenziato. La Coleman controlla i vari presidi clinici di ‘Medicina Futura’, presente con diverse strutture in tutta la Campania. Il 34enne ha lavorato per oltre dieci anni nella radioterapia del centro di via De Gasperi ad Acerra e dal 2011 ha ricoperto l’incarico di rappresentante sindacale per conto della Cgil.
Nel provvedimento del giudice del lavoro Federica Salvatore viene evidenziato come il licenziamento in tronco deciso dalla società di proprietà della famiglia Improta sia stato illegittimo. Oltre a ciò, però, viene dichiarato anche concluso il rapporto di lavoro tra il radiologo acerrano e l’azienda fissando in dodici mensilità – pari ad oltre 22mila euro lorde – l’indennità risarcitoria. Tale aspetto risulta per gli effetti della legge Fornero: in un licenziamento di tipo disciplinare, infatti, non è previsto il reintegro del lavoratore ma un indennizzo secondo precise tabelle fino a 24 mensilità.
Il magistrato bruniano ha accolto, dunque, la tesi difensiva dell’avvocato Raffaele Ferrara, legale difensore del dipendente ‘fatto fuori’ dopo aver denunciato il malfunzionamento di un rilevatore di un gas pericolo installato nella sala bunker della radioterapia, in cui si curano i pazienti affetti da patologie oncologiche. Il dottor Del Vasto aveva rincorso per due mesi i vertici aziendali nel tentativo di riparare il guasto ma constatando una certa sordità della stessa Coleman, nella sua funzione di delegato sindacale, aveva inviato una lettera all’Asl Na 2 ed all’Ispettorato del Lavoro al fine di rimediare a quel guasto, dannoso non solo per i lavoratori ma per i pazienti di un reparto delicatissimo quale la radioterapia. Un licenziamento ‘sproporzionato’ sentenzia il giudice, che sottolinea come il dipendente non abbia voluto in alcun modo danneggiare l’azienda e che in virtù della mancanza di precedenti provvedimenti disciplinari nei confronti dello stesso Del Vasto ritiene sproporzionata la sanzione adottata.
Il tecnico di radiologia, nonostante tale pronuncia, è intenzionato ad andare avanti con il ricorso in Appello: “E’ una questione di principio – spiega – perché se un licenziamento è illegittimo deve esserci il reintegro del lavoratore. Sono stato cacciato perché ho idee in materia di politica economico-sanitaria divergenti da quelle della mia dirigenza tecnica”. Appagati della decisione del tribunale di Nola, invece, i vertici di Medicina Futura: “L’azienda – sostiene il direttore generale Coleman Antonio Rainone – non può che ritenersi soddisfatta dell’esito del giudizio in questione. E’ stata esclusa ogni finalità discriminatoria e ritorsiva riguardo al licenziamento comminato e, senza se e senza ma, è stato accertato che il provvedimento disciplinare adottato non è stato in alcuna misura dettato dalle dedotte e pretestuose ostilità verso la sigla sindacale di cui il signor Del Vasto era rappresentante”.
In realtà questo ultimo aspetto resta ancora da chiarire, in quanto sempre presso il tribunale di Nola pende un altro procedimento per condotta antisindacale intentato dalla Cgil contro la Coleman. (REDAZIONE CRONACA)