In secondo grado calano le condanne per quattro dei cinque imputati che avevano scelto il rito ordinario: il padrino Cuono Crimaldi, invece, in continuazione rimedia in totale 27 anni di reclusione.
ACERRA – Processo ‘Risiko’, ridotte in secondo grado le condanne per quattro dei cinque imputati che hanno scelto il rito ordinario.
E’ quanto ha disposto ieri la Quarta Sezione della Corte d’Appello di Napoli. Tra le persone alla sbarra anche il boss 60enne Cuono Crimaldi, meglio conosciuto come Cuniell’ e Capass, che rimedia 27 anni di reclusione quando in primo grado gliene erano stati inflitti 20.
Tale provvedimento è scaturito dalla continuazione con altre due sentenze. Francesco Di Lorenzo, invece, passa da 15 anni a 13 anni; Lorenzo Crimaldi da 12 a 9 anni, Gennaro Castiello, alias Gennaro o’cantante, da 10 a 8 anni e Maria Giovanna D’Iorio, da 4 anni a 2 anni e 8 mesi.
Fanno parte del collegio difensivo gli avvocati Alfredo Bargi, Domenico Buonincontro, Michele Capano, Salvatore D’Antonio, Ludovico Montano e Gennaro Somma.
I cinque sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, associazione a delinquere di stampo camorristico, ricettazione ed estorsione.
Si sono costituiti parte civile il Comune di Acerra ed il Coordinamento Napoletano Antiracket. Il dispositivo di primo grado era stato pronunciato l’8 aprile del 2013 presso il tribunale di Nola.
L’operazione ‘Risiko’ risale a settembre 2010 quando vennero arrestate 43 persone: i fatti di quell’ordinanza rappresentarono l’atto conclusivo di un’attività investigativa snodatasi nell’arco di oltre un quinquennio e che aveva avuto già come esiti l’adozione di numerosi provvedimenti restrittivi. Panorama di riferimento le dinamiche ‘criminocamorristiche’ dell’area di Acerra, l’arco temporale quello a cavallo tra il 2006 ed il 2008, all’indomani della morte di Ciro De Falco (‘o ciomm), che rappresentò una sorta di spartiacque, uno snodo cruciale che diede origine ad una catena di reazioni determinando una rimodulazione delle forze malavitose in campo.
Nell’ordinanza Risiko venne inflitto un duro colpo ai clan locali, (Crimaldi, De Sena, Di Fiore) in quella ribattezzata dal gip del tribunale di Napoli come una ‘camorra primitiva’, in cui non era possibile individuare schieramenti compatti, distinguere tra amici e nemici, identificare alleanze e contrapposizioni, dove le dinamiche criminali sono fluide e legate agli egoismi individuali, dove i rapporti nascono e si esauriscono con straordinaria rapidità. Una camorra violenta, rocciosa ed impenetrabile.
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