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Casse comunali, Pd: “l’amministrazione fa acqua da tutte le parti”
ACERRA – Nel corso di questi due anni di amministrazione comunale, la situazione contabile e finanziaria del Comune di Acerra, in apparenza, si è mossa in totale continuità con l’impianto di bilancio 2012, ereditato dal Commissario Fulvi. L’approvazione tardiva, addirittura a novembre nel caso del 2013, dei bilanci di previsione, infatti, attraverso il meccanismo della spesa in ragione dei dodicesimi, ha riprodotto dinamiche degli esercizi precedenti.
Il Partito Democratico, questa mattina, a firma del proprio Capogruppo Consiliare, Giovanni Colantuono, ha presentato diverse interrogazioni, ponendo l’attenzione sulla gestione di una serie di questioni amministrative che possono avere e sicuramente avranno un impatto notevole sul bilancio comunale, ma al momento sottratte alla sua puntuale rappresentazione.
In primo luogo, il Partito Democratico ha richiesto alla Giunta Comunale di chiarire la gestione delle somme trattate con le strutture commissariale nel corso dell’anno 2013 per ristori ambientali maturati a favore del Comune e debiti a carico dello stesso per lo smaltimento dei rifiuti. A fronte di 8,8 milioni incassati a giugno 2013 dal Comune, l’ente è tenuto al pagamento in cinque anni di 8,2 milioni di euro. La gestione di questa partita finanziaria è stata ispirata a un prudente indirizzo o si è sfruttata in tutte le sue potenzialità per scaricarne il peso sugli esercizi dei prossimi cinque anni?
L’altra questione rilevante è la gestione del contenzioso dei canoni idrici pregressi che ha assunto caratteri abnormi e una portata, anche finanziaria, ingente. In particolare, il Partito Democratico, consapevole che questa situazione ridetermina e chiarisce la portata dei residui attivi, ha chiesto, nell’ambito della Commissione consiliare di Vigilanza, alla Giunta Comunale di comunicare, se e nella misura in cui sia stato fatto, l’entità economica delle cartelle di pagamento annullate dai giudici. Senza un’operazione di questo tipo, sarebbe compromessa la “veridicità” reale di qualunque documento contabile.
Di grande valenza, poi, è il tema delle forniture idriche.
Negli anni tra il 2003 e il 2005, il Comune di Acerra, attraverso un meccanismo non ricostruito nella sua dinamica decisionale, non provvide al pagamento delle forniture idriche alla società che le assicurava, cioè l’Arin, l’Azienda Risorse idriche del Comune di Napoli.
L’Arin nel 2007 richiese il pagamento dei crediti maturati attraverso dei decreti ingiuntivi. Il Comune avviò un contenzioso giurisdizionale senza intraprendere, nonostante pareri espressi da parte dei consulenti legali del Comune, un componimento transattivo della questione, onorando almeno il debito accertato dagli uffici e comunque nella misura dell’ingiustificato arricchimento ai sensi dell’articolo 2041 del Codice Civile.
Pur avendo una valenza straordinaria per dimensione e significato, più di dieci milioni di euro, ad oggi non è dato sapere l’esito di questi procedimenti giurisdizionali e, contestualmente, avviare una indispensabile quanto decisiva ricostruzione puntuale di responsabilità politiche, amministrative, di gestione di una vicenda che mortifica la funzione democratica reale del Consiglio Comunale.
L’approfondimento degli atti relativi a questa vicenda deve continuare per diverse ragioni, ma da essa è possibile anche comprendere aspetti sconcertanti, se non adeguatamente chiariti e motivati, del rapporto con la società che gestisce il servizio idrico integrato del Comune di Acerra dal 1° ottobre 2006, Acquedotti scpa.
In effetti tra i decreti ingiuntivi promossi dall’Arin, uno – di cui alla deliberazione 19 del 2009 del Commissario Straordinario – richiesto per l’ammontare di più di 1,2 milioni riguarda un periodo di somministrazione nel quale già il servizio idrico era stato trasferito ad Acquedotti scpa (dal 01/10/2006 al 31/12/2007). Da questo si evince che degli adempimenti essenziali sui contratti di fornitura – la voltura contrattuale per intenderci – potrebbero non essere stati effettuati dal Comune di Acerra, a tutto vantaggio del bilancio della società partecipata e a tutto svantaggio di quello dell’ente.
Il Partito Democratico ritiene quindi essenziale un’operazione verità. I cittadini hanno il diritto di sapere, soprattutto per le conseguenze devastanti che potrebbero scaturire a breve da queste situazioni oggetto delle richiamate interrogazioni consiliari.