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Sgominata banda di rapinatori in trasferta nel livornese
ACERRA – Tre fermi per rapina e tentata rapina nei confronti di due livornesi un’operazione della squadra mobile che ha operato insieme ai colleghi di Firenze. Fermati tre napoletani, 25, 22 e 22, tutti nati e residenti ad Acerra (Napoli) e accusati in concorso di una tentata rapina aggravata verso un livornese avvenuta il 7 giugno e di un altro agguato verso una romena che abita in città. In carcere sono finiti Mario Sorianello, Gennaro Sorianello e Salvatore Di Fiore.
Il primo episodio quando al 113 è arrivata una chiamata per due uomini che via Bicchi intorno alle 18 avevano aggredito un uomo. Due uomini lo avevano avvicinato con la scusa di vendergli delle cassette della frutta, ma poi gli avevano strappato il portafoglio senza però riuscirci, per la resistenza da parte della vittima. Durante la fuga, uno dei due, lo stesso che aveva tentato di strappargli il portafoglio, aveva minacciato di bruciargli la auto qualora avesse sporto denuncia.
Scattate le indagini, è emerso che l’autocarro Fiat Doblò a bordo del quale i due erano scappati, si trovava in via Dei Pensieri. E grazie a un gps installato a bordo, è emerso che quello stesso mezzo il giorno della rapina si trovava proprio in via Bicchi, a pochi passi dalla casa della vittima.
La polizia a quel punto ha iniziato una indagine fatta di pedinamenti e appostamenti, che ha permesso di verificare che la “banda” in questione in realtà era composta da sei persone.
Il gruppo è stato seguito e pedinato dalla squadra mobile finché la scorsa settimana, lunedì 9, i sei con a seguito alcuni borsoni sono entrati all’interno dell’hotel Giappone.
Non è tutto. Il giorno dopo, succede un altro episodio. Due uomini a bordo di una Smart grigia, a mezzanotte e mezza rapinano una prostituta romena di 20 anni residente in città che, dopo esser stata picchiata, viene derubata di 70 euro e del cellulare, il tutto dopo un rapporto sessuale.
La donna sporge denuncia fornendo indicazioni sulle descrizioni degli autori della rapina e delle lesioni subìte (per le quali viene refertata con prognosi di tre giorni).
A quel punto scatta la perquisizione nella stanza dell’hotel Giappone, poiché visti i precedenti di polizia di alcuni di loro (rapina e reati contro il patrimonio in genere), si teme che all’interno della camera possano essere occultate armi o materiale esplodente.
All’interno della camera vengono trovate solo le 3 persone e la perquisizione permette di ritrovare soldi che i tre non sanno né quantificare né giustificare , per un totale di 1475 euro in vario taglio.
Le successive perquisizioni eseguite all’interno dei mezzo, Fiat Doblò, Piaggio Porter ed una Smart permette di rinvenire sia il cellulare Nokia della romena vittima della rapina sia il portafoglio azzurro Carpisa, sul quale nessuno dei tre ha saputo fornire spiegazioni.
Le foto segnaletiche degli indagati, sono state mostrate alle vittime, che li hanno riconosciuti senza ombra di dubbio come autori dei reati a loro contestati, come accertato dalla polizia.
Visto il pericolo di reiterazione di reati, come secondo la polizia dimostrato dalla serialità dei fatti compiuti dai tre individui nelle province di Livorno, Firenze e Massa Carrara, valutata la loro pericolosità sociale rappresentata dall’aver agito nei confronti di persone sole e anziane e donne indifese, i tre sono stati sottoposti, al termine degli accertamenti a loro carico, a fermo di polizia giudiziaria e trasferiti in carcere.