- Dal consiglio comunale via libera al Riequilibrio di Bilancio e al Dup
- Tumori della mammella e del colon, al Sud più anni di vita persi: le maggiori criticità in Calabria
- Lite condominiale rischia di finire in tragedia, arrestati fratello e sorella
- Stress e ansia: come combatterli ?
- 5 per mille: tutto quello che occorre sapere prima di eseguire la donazione
- Piazze di spaccio dei ‘dirett e dei pintonio, cadono le accuse per due indagati
- “Acerra più attrattiva grazie al grande lavoro di promozione del territorio realizzato in questi anni”
- Casalnuovo, cane picchiato e maltrattato: carabinieri denunciano un 35enne
- Tentato raid in banca, malviventi in fuga a mani vuote
- Capitale Italiana della Cultura, Acerra tra le 20 città candidate
Cassazione: frutta e verdura all’aperto è un reato perchè esposti allo smog
![](https://ilgazzettinolocale.com/notizie/wp-content/uploads/fruttivendolo-300x316.png)
POMIGLIANO D’ARCO – E’ corretto vendere frutta e verdura all’aperto, esponendo le cassette contenenti questi alimenti in mezzo alla strada? Pare proprio di no. I commercianti sorpresi a esporre sulla strada le cassette con questi alimenti, infatti, rischiano una condanna penale, punita con l’ammenda, per violazione della legge 283/1962, in materia di “disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande“.
E’ questo quanto emesso dalla terza sezione penale della Cassazione, che ha confermato la condanna inflitta dal tribunale di Nola, in Campania, a un venditore di Pomigliano D’Arco per aver esposto all’aparto tre cassette di verdure di vario tipo in cattivo stato di conservazione. In cattivo stato di conservazione proprio per essere state esposte all’aperto e, dunque, allo smog.
Il commerciante si era rivolto alla Suprema Corte rilevando che il giudice del merito, nel condannarlo, aveva valorizzato “la sola collocazione all’aperto degli alimenti, ritenuti esposti agli agenti atmosferici“, senza invece considerare “la presenza di segni evidenti della cattiva conservazione o l’inosservanza di particolari prescrizioni finalizzate alla preservazione delle sostanze alimentari“.
Nonostante ciò, i giudici di piazza Cavour hanno rigettato il ricorso poichè, secondo quanto spiegato nella sentenza, il cattivo stato di conservazione dell’alimento può assumere rilievo anche per il solo fatto dell’obiettivo insudiciamento della sola confezione, conseguente alla sua custodia in locali sporchi e quindi igienicamente inidonei alla conservazione, ed è dunque configurabile anche nel caso di condizioni igieniche precarie.