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Gaetano Caporale, storico acerrano

La storia della nostra città è in parte conservata in memorie e frammenti ricostruiti da molti nomi illustri della cultura acerrana. Tra i personaggi che hanno amato in modo passionale Acerra, senza ombra di dubbio, compare il nome del nostro concittadino Gaetano Caporale.
La sua fama ed i suoi studi sono stati, nel corso del tempo, non solo molto apprezzati da tutti ma anche un valido esempio a continuare sulla sua scia per creare opere di ricerca ed informazione sulla storia della nostra città.
L’importanza del Caporale è molto significativa per Acerra poichè attraverso il suo arduo lavoro ha recuperato ed ordinato frammenti di memorie che rischiavano l’oblio. Il professor Montano scrive a proposito del nostro illustre concittadino ” Esempio della gioventù che sorge”, vediamo quindi chi era costui e come mai è considerato un esempio da seguire. Nato il 15 Novembre 1815 da Gabriele Caporale eMaria Basile, era di estrazione sociale alquanto modesta. La sua famiglia viveva in via ” Sottomuro”, la piccola stradina adiacente al Castello Baronale, dove Gaetano è nato. Da giovanissimo frequentò il seminario di Acerra e successivamente, proseguendo la sua educazione in una direzione religiosa, studio poi al Collegio dei Gesuiti a Napoli. Si laureò in medicina e chirurgia ed il suo carattere generoso lo portò ad esercitare ad Acerra la sua professione gratuitamente a favore degli indigenti, per questo motivo ottenne dal Decurionato nel 1843 la nomina a primo della terna dei consiglieri distrettuali.
Il dott.Caporale si sposò tre volte, la sua vita coniugale infatti fu molto sfortunata. Il primo matrimonio avvenne il 30 dicembre 1843 con Filomena Pulcrano ma non fu un esperienza felice. I coniugi soffrirono molto per la perdita di un figlio maschio alla tenera età di due anni. Successivamente Filomena morì lasciando Caporale da solo con la figlioletta Attilia. Nel 1854 il secondo matrimonio con Teresa Santoro, ammalata poi di colera e deceduta. A questo seguì il terzo ed ultimo, quello con Orsola Firelli di Afragola, purtroppo anche quest’ultima morta. Le difficoltà della vita non fermarono Caporale. Era un uomo ingnegnoso e versatile e la sua cultura spaziava in diversi campi. Si interessò alla statistica apportando numerosi contributi a questa scienza, tanto da insegnare per quarant’anni nell’Istitituto d’Incoraggiamento di Napoli. La passione per le ricerche, le indagini e le osservazioni lo portò alla stesura di molte opere inerenti la sua città come egli stesso dice:” Valsemi nella faticosa indagine il mio temperamento il quale cercando sempre la verità e non presupposizioni, si delizia nei razionali legami di fatti bene esaminati, investigando da vicino ed attentamente l’obiettivo delle sue meditazioni”Il nostro illustre concittadino oltre che essere un ottimo studioso era anche un grande uomo, come risuona dagli elogi funebri fatti da altrettanto uomini uillustri che lo hanno conosciuto.
Da ciò si evince che Caporale era laborioso tanto che la morte lo coglie ad 84 anni intento a studiare per una sua pubblicazione dal titolo Anfiteatro Acerrano.Morì tra i libri nella notte tra il 19 e il 20 Gennaio del 1899, colto da un malore al cuore.Il 28 ottobre, in concomitanza con l’anniversario ventennale del regime fascista, venne inaugurato il busto marmoreo, opera di uno scultore napoletano di nome Giovanni Ancona, in piazza Mercato. A seguito ci fu un discorso del prof. Montesarchio in una piazza gramita di gente: ” Acerra, Acerra è stato ilsuo pensiero, il suo tormento, il suo amore, la sua predilezione. Ed egli sino all’ultimo anelito voleva tesserne le lodi e cantare le glorie per farlasempre più prediletta ed amata dai suoi concittadini e rispettata dagli altri.” Molte le opere di Caporale tra cui ricordiamo: Notizie storiche sulla città di Acerra, Il martirio e culto dei S.S Conone e Figlio, Memorie storico diplomatiche della città di Acerra.
di lina d’angelo