La Casina Spinelli

By on 21 dicembre 2013

Lo splendore di Acerra sotto i De Cardenas continua e per volere del nostro penultimo feudatario Ferdinando III nell’antico Bosco di Calabricito fu edificato, nel 1778, in soli sei mesi, un casino in pieno stile vanvitelliano dove poter ospitare il sovrano Ferdinando IV di Borbone,appassionato di caccia e amante delle nostre terre.

In questo fiorente periodo per Acerra la vegetazione era infatti rigogliosa ed esisteva una fauna ricca di cinghiali, volpi , lupi, cervi e daini dunque il paradiso per i cacciatori. Oggi risulta difficile pensare al rudere come un edificio imponente e vivo viste le condizioni di abbandono in cui versa, ma la struttura dell’intera casina risulta essere particolarmente interessante. Essa è affiancata da un imponente torre a pianta semicircolare di epoca Medioevale, forse risalente alla dominazione longobarda, che conferisce eleganza e suggestione all’intero complesso edilizio; ha un impianto planimetrico a forma di C ed è strutturata su più livelli.

Imponente era la facciata principale oggi in parte distrutta, resa ancora più grande dall’effetto prospettico delle arcate che seguivano una sequenza ritmica di stile barocco, costruite su pilastri sormontati da volte formanti sette balconate sul piano nobile. Al piano terra troviamo le stalle, i magazzini e le abitazioni dei servi; al primo piano le stanze tutte contigue e sormontate da volte a vela (in particolare ricordiamo due di queste che avevano presumibilmente una forma ellittica, che affacciavano verso l’esterno e che erano indipendenti, probabilmente fatte costruire per ospitare il Re di Napoli); le sale del secondo livello sono coperte invece da una volta a ” schifo”, un tipo di copertura curva che si lasci facilmente affrescare; nel terzo livello si trovava invece un grandissimo terrazzo che ricopriva tutta la casina.

I “fittavoli”, ossia quei contadini che lavoravano un terreno preso in affitto alla giornata ,risiedevano nella zona orientale della struttura dov’era collocata per loro una casa rustica. Questa zona era nettamente separata dalla corte per accentuare la distinzione tra quelle che erano le attività lavorative e quelle invece ricreative accomunate dallo stesso giardino, uno spazio a pianta quadrata racchiuso tra quelli che sono con molta probabilità i ruderi dell’antico anfiteatro della città di Suessola, il che rendeva ancora più suggestiva l’intera struttura. Suessola ed i suoi reperti rivivono, per un periodo grazie all’esposizione di preziosi reperti all’interno del Casino Spinelli che per l’occasione diventò un vero e proprio museo,( si parla degli stessi reperti custoditi oggi al Museo Archeologico di Napoli.)

L’affascinante storia della Casina Spinelli viene però interrotta bruscamente dalla guerra, l’edificio diventa prima sede delle truppe tedesche poi di quelle alleate, la magia della vita elegante e raffinata rimane ora solo un ricordo. La condizione di abbandono in cui versa oggi la casina è drammatica, l’ultimo crollo datato 1994 ha interessato fortemente la struttura muraria, nonostante il sito sia riconosciuto come bene di interesse storico-archeologico.

DI LINA D’ANGELO

CURIOSITA’

Molti studiosi italiani e stranieri come Amedeo Maiuri e Friederich Von Duhn visitarono il museo allestito nella Casina Spinelli quando erano di passaggio a Napoli

Nel 1943 gli ufficiali tedeschi saccheggiarono rarissimi gioielli di epoca arcaica, esempi unici ed insostituibili dell’arte orafa antica fatti con un oro particolare chiamato “oro spinelli”

Nel 1945 le truppe anglo-americane spogliarono la casina di tutti gli arredi interni settecenteschi, usandoli come legna da ardere.

Centro Servizi Acerra