Direttamente dall’etere nelle vostre case: venghino, venghino e dichino cosa ne pensassero. E portassero magari i propri casi umani, le proprie tragedie, così che il grande circo vadi a ricominciare. Siete favorevoli o contrari all’eutanasia? Dividetevi, lottate, scendete in piazza! Difendete la costituzione! No, difendete la vita! Insultate Beppino! No, santificatelo! Eluana era già morta! No, è morta lunedì!
Abbiamo sacrificato Eluana alla democrazia moderna, ossia al diritto di tutti ad avere un’opinione su tutto. Eccoci qua, a discettare di vita e di morte, a costituire barricate contrapposte, a gridare la nostra ragione e ad accusare gli altri di essere nel torto. Ora che non c’è più, via alla ricerca della prossima vittima. Non sia mai che altrimenti gli italiani mangino la foglia, si accorgano di essere solo vacche da mungere e imbraccino i fucili per riconquistarsi i diritti di cui sono stati lentamente e sistematicamente privati.
Non trovate lavoro? Siete schiavizzati da contratti mensili da 500 euro al mese?
Non temete! Nei prossimi anni vi daremo il diritto a drogarvi liberamente.
Siete preoccupati dalla criminalità? Dallo sfacelo del paese?
Presto in arrivo i matrimoni tra omosessuali!
Gli sprechi irresponsabili, la corruzione dilagante, l’incultura asfissiante, la povertà galoppante, il declino imminente vi spaventano?
Niente paura. Presto un disegno di legge sull’eutanasia arriverà in parlamento!
Perché cercare i responsabili? Piuttosto discutete se l’alimentazione forzata possa configurare un indegno accanimento terapeutico sulla pelle del prossimo sfortunato di turno.
Cosa fate ancora qui? Scendete in piazza e chiedete a gran voce la libertà di morire come più vi aggrada. Perché solo quella vi hanno lasciato. E concedendovela non spendono nulla. Anzi, ci guadagnano. Bocche in meno da sfamare = più denaro nelle loro tasche, visto che in Italia il denaro pubblico è in realtà proprietà privata di chi lo amministra – e dei suoi padroni. Ah, la sanità! Quale meraviglioso sistema, congegnato apposta per permettere il saccheggio.
I novelli predoni non hanno esitato a trasformare una tragedia in una grande arma di distrazione di massa: servendosi dei nauseabondi media che ormai non conservano neppure una vaga ombra di dignità, addirittura strumentalizzando l’immenso dolore di un padre messo dalla vita di fronte al disperato silenzio di una figlia immobile.
Vulnerabile ai consigli interessati dei suoi amici radicali, che negli anni hanno dimostrato senza alcun ragionevole dubbio la loro natura di esseri ripugnanti, iene che si avventano sui drammi altrui con l’acquolina in bocca, pronti a sfruttarli ignominiosamente per le proprie pseudorivendicazioni di pseudodiritti, il buon Beppino è stato spinto a gettare sua figlia in pasto all’opinione pubblica, vittima sacrificale designata ad instaurare nell’opinione pubblica quel peloso pietismo che tanto mi dà il voltastomaco.
Povera Eluana! Mettiamo fine alle sue sofferenze! Anzi no, contrordine – necessario a giustificare la morte di fame e di sete decisa dal tribunale: non è capace di provare dolore, non sente nulla, è morta 17 anni fa.
I sedicenti individui sempre pronti a sputare sui dogmi della fede e ad affermare il loro netto disprezzo verso chi si arroga il ridicolo ruolo di custode della verità, presunti sacerdoti del dubbio, stavolta hanno avuto solo certezze. In nome delle quali era giusto che ad Eluana fosse negata l’acqua ed il cibo.
Pazienza se la povera ragazza non poteva confermare di voler morire. Del resto, chi tace acconsente.
E ancora pazienza se forse era la domanda ad essere sbagliata.
L’hanno uccisa con il permesso dei giudici. Nessuna novità, in fondo.
Antonio Schiavone
15 febbraio 2009
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