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“I nostri servizi sociali fanno un gran lavoro”
Lo dice il sindaco Lettieri dopo la scoperta degli abusi sessuali contro due bambine: la madre resta in carcere.
ACERRA – Resta in carcere con la grave accusa di violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione la 45enne di Acerra indagata per aver costretto le proprie figlie ad avere rapporti sessuali con diversi uomini. Misura restrittiva confermata ieri mattina al termine dell’interrogatorio di garanzia tenutosi nel carcere femminile di Pozzuoli. Assistita dal suo legale difensore, è stata incalzata dalle domande del gip del tribunale di Napoli Marina Cimma: davanti al giudice ha sostenuto di non sapere che le piccole subissero quegli abusi. La donna era stata arrestata martedì scorso n quanto destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere insieme al suo vicino di casa, un 75enne, finito invece ai domiciliari e che risponde solo di violenza.
Nell’inchiesta compaiono anche l’ex marito della 45enne ed uno zio delle bimbe: per questi due il gip ha rigettato, però, la misura cautelare. Nel corso dell’interrogatorio è emerso tutto uno scenario sociale di assoluto degrado, complice anche uno spaventoso analfabetismo e la totale inconsapevolezza materiale di quanto stesse accadendo. Dal provvedimento, intanto, emergono particolari raccapriccianti sulle violenze che avvenivano in quello stabile del centro di Acerra: in tanti avrebbero abusato delle sorelline, nate dalle seconde nozze della 45enne.
Una vicenda venuta a galla grazie all’intervento del Comune di Acerra: “Per fortuna i nostri servizi sociali sono intervenuti in tempo in questa squallida vicenda – ha sottolineato il sindaco Raffaele Lettieri – da questo punto di vista l’ottimo lavoro fatto dalle nostre assistenti sociali, che ha consentito di fermare questo squallore e di proteggere queste bimbe, garantisce la nostra popolazione. Certo, non avremmo mai voluto scoprire questo orrore, ma il continuo contatto tra i nostri servizi sociali, le forze dell’ordine e la magistratura per i minori ci ha permesso di evitare tragedie ancora maggiori, come accaduto in altre realtà”.
Proprio gli stessi servizi sociali dell’ente di viale della Democrazia starebbero facendo luce anche su altri casi di pedofilia. L’allarme per gli abusi sui minori, tuttavia, sull’eco delle vicende del Paro Verde di Caivano – morte di Fortuna Loffredo e violenze sulle figlie dell’ex convivente del presunto assassino della stessa Chicca – era stato dato il mese scorso dal Garante per l’Infanzia, che aveva sostenuto come in Campania ci fossero alcune zone con picco di criticità degli abusi sarebbero. Interi quartieri (il Parco Verde a Caivano, le Salicelle ad Afragola ed il rione Madonnelle ad Acerra) dove l’incesto sarebbe “normalità”. Oltre 200 casi di maltrattamenti e violenza su minori, dunque, per un fenomeno consistente, trasversale e purtroppo sommerso. (RED.CRO.)