- Poliedrica, l’arte di Elena Manocchio in mostra al Castello di Acerra
- Il materiale del futuro? L’acciaio, con risvolti green
- Primo Maggio, Medicina Futura al fianco di medici e operatori sanitari
- Consuntivo approvato, l’opposizione prima presenta l’ordine del giorno e poi ‘scappa’
- Acerra 25 Aprile 2025, le istituzioni hanno onorato la Liberazione
- Acerra celebra il 25 Aprile, il sindaco d’Errico: si torna in Consiglio per Cittadinanza Onoraria a Liliana Segre”
- Rigenerazione urbana senza consumo di suolo, riqualificazione del centro storico e rilancio dell’economia di settore: dal Consiglio Comunale via libera allo sviluppo sostenibile della città
- Cocaina nell’armadio di casa, 20enne arrestato
- Acerra, il Consiglio ‘rigenera’ la città senza consumare suolo
- Verso una Gamesificazione delle Attività Ordinarie
Benzina sul presunto rivale in amore: 51enne muore, arrestato l’assassino

Arrestato l’autore del gesto, che nella confessione fornisce la sua versione dei fatti: mi sono difeso. La tragedia nel centro storico.ACERRA – Versa liquido infiammabile sul rivale e gli dà fuoco: 51enne muore, arrestato il presunto assassino. E’ l’incredibile vicenda avvenuta giovedì sera nel centro storico di Acerra. A perdere la vita Raffaele Di Matteo; bloccato, invece, l’autore del raptus di follia, il 37enne Vincenzo Di Balsamo (nella foto). Al centro della questione potrebbe esserci una ragazza dell’Europa dell’Est, che fino ad un anno fa aveva avuto una relazione col Di Matteo ed ora, invece, legata sentimentalmente all’altro, ma che viveva ancora in un’abitazione di via Caruso, nel cortile della quale si è consumata la tragedia. Nella sua confessione l’arrestato ha tuttavia negato di avere una relazione con la donna.
Stando ad una prima, sommaria ricostruzione della vicenda, mancano pochi minuti alle 8 della sera di giovedì quando Raffaele Di Matteo si reca al civico 34 di via Caruso, in un appartamento di sua proprietà ma nel quale si è stabilita da un po’ di tempo una russa di 36 anni, Lilia Bayzigitova, dalla cui storia d’amore, finita un anno e mezzo fa è nato un bambino che oggi ha quasi 4 anni. Secondo questa versione, il 51enne avrebbe ribadito la richiesta alla donna di lasciare la casa: ne sarebbe nata un’accesa discussione nel corso della quale la straniera avrebbe chiamato l’attuale compagno, il Di Balsamo, per chiedere aiuto.
Il 37enne sarebbe giunto nel cortile, dove Di Matteo vendeva carbonelle da barbecue, a bordo di uno scooter. Ha in mano una bottiglia di benzina, forse perché nel frattempo è rimasto a secco il serbatoio del motorino, o forse per altro. Anche in questo caso nasce un forte diverbio: i due dalle parole sarebbero passati ai fatti, poi, il folle gesto, col carburante versato su Raffaele che in un attimo diventa una torcia umana. Nonostante il dolore e le piaghe, il 51enne ha la forza di mettersi in macchina – una Fiat Punto – e recarsi da solo presso la clinica Villa dei Fiori, dove ha il tempo di chiamare l’attuale convivente, Antonietta, una 24enne del posto, per spiegarle l’accaduto dicendole di avere le mani e la braccia bruciate.
Viste le condizioni, però, i sanitari del centro di eccellenza sanitario acerrano decidono per il trasferimento al Cardarelli, lì dove c’è il reparto Grandi Ustioni e meglio attrezzato per il caso specifico. In questi frangenti spiega ai carabinieri come sono andati i fatti. Viene ricoverato in prognosi riservata ma purtroppo le sue condizioni si aggravano e Raffaele muore nella mattinata seguente. Venerdì pomeriggio, poi, i carabinieri della stazione di Acerra, diretti dal comandante Vincenzo Vacchiano ed i colleghi della Compagnia di Castello di Cisterna, agli ordini del maggiore Michele D’Agosto, rintracciano e portano in caserma Vincenzo Di Balsamo, che avrebbe appiccato il fuoco. In serata il 37enne, difeso dall’avvocato Elisabetta Montano, confessa l’accaduto e viene tratto in arresto per omicidio. Ai militari ha spiegato di essersi recato in un circolo ricreativo nelle vicinanze del luogo del delitto: aveva la bottiglia di benzina per rifornire il suo motorino. Ad un tratto sarebbe stato aggredito da Raffaele riportando anche una ferita all’inguine. Avrebbe cosparso di benzina il rivale per difendersi. La sua versione è al vaglio degli inquirenti, che dovrebbero verificare anche i tabulati telefonici. L’uomo è stato trasferito in carcere a Poggioreale, dove domani mattina (lunedì) ci sarà l’interrogatorio di garanzia.
LA FAMIGLIA DI MATTEO – Sono sconvolti dal dolore, ma con grande dignità attendono con cura le disposizioni delle autorità sul da farsi. La famiglia Di Matteo è straziata dall’assurda e prematura scomparsa del loro Raffaele: all’esterno del luogo del delitto, arrivano alla spicciolata cercando uno scorcio d’ombra davanti alla centrale telefonica per ripararsi dal sole.
I familiari sono reduci da una notte insonne e di lacrime passata nella speranza di riabbracciare presto il proprio caro: ieri mattina, però, la tragica notizia, con l’aggravamento delle sue condizioni e la morte per le ferite conseguenti alle ustioni riportate su oltre il 60% del corpo. Ci sono i sei figli e l’attuale convivente, una ragazza di 24 anni che è stravolta. “I Di Matteo si stanno già rialzando e stanno già superando questa tragedia” spiega fiero uno dei maschi di famiglia. Ragazzi e ragazze dalle differenti storie alle spalle, qualcuna difficile, ma ciò che li accomuna è una grande dignità. “Raffaele era un uomo rispettato da tutta Acerra” affermano fieri, consapevoli delle relazioni sentìmentali attuali e passate.
La madre di quei giovani resta in disparte, non vuole parlare. Quello che trapela è un sentimento di unità tra loro e di avversione verso quella donna russa. Interloquiscono con le forze dell’ordine per i documenti e un iter che mai avrebbero pensato di dover un giorno arrivare a conoscere. Tutto intorno è un avvicinarsi di curiosi. Vorrebbero entrare nel cortile dove si è consumata la tragedia. Il carabiniere di guardia però glielo impedisce di nuovo. “Allora vuol dire che aspetteremo” afferma inesorabile una figlia. Un’attesa semplice di chi aspetta di salutare per l’ultima volta quel padre un po’ fuori dagli schemi tradizionali ma al quale sentono ancora di volere tanto bene.
(REDAZIONE CRONACA)