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Casalnuovo, pestaggio per un debito di droga: cade il sequestro di persona

In tre condannati in Appello con un notevole sconto di pena per lesioni e tentata estorsione.
CASALNUOVO – Pestaggio per un debito di droga: cade il sequestro di persona, sconto di pena per tre. E’ quanto ha stabilito la III Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli (presidente Eugenia Del Balzo) nei confronti di altrettante persone accusate di tentata estorsione e lesioni gravi.
Salvatore Esposito, di 35 anni, rimedia 6 anni e 10 mesi mentre sua moglie Daniela Cortopasso, di 34 anni, 2 anni, 8 mesi e 14 giorni: si tratta di pene decisamente inferiori rispetto a quelle inflitte in primo grado, dove il marito aveva preso ben 18 anni di reclusione e la donna 8 anni. I due – di Casalnuovo – sono stati assolti dalla grave ipotesi di reato di sequestro di persona (perché il fatto non sussiste) in accoglimento alle richieste ed alla linea difensiva del loro legale di fiducia, l’avvocato Dario Carmine Procentese. Per la 34enne disposta la revoca dei domiciliari e ritorna quindi in libertà. Armando Tammaro, 30enne di Volla, è stato invece condannato a 4 anni, 6 mesi e 20 giorni, anche in questo caso con un notevole sconto rispetto ai 12 anni del primo grado. Pure lui assolto per il sequestro di persona, è difeso dall’avvocato Mario Terracciano.
I fatti oggetto di questo procedimento risalgono a luglio del 2019, quando i carabinieri della stazione di Afragola, insieme a quelli della Compagnia di Castello di Cisterna e del battaglione Campania, arrestarono il terzetto per le violenze perpetrate ai danni di un 31enne di Afragola. Stando alle contestazioni l’uomo, insieme alla moglie, fu prima attirato presso l’abitazione dei coniugi a Casalnuovo e poi brutalmente picchiato sotto la minaccia di una pistola: era accusato di non aver pagato l’intero prezzo di alcuni stupefacenti acquistati. Per fare in modo che il 31enne saldasse il debito i tre, dopo averlo malmenato, presero in ostaggio la consorte. Lo buttarono poi fuori casa dicendogli che avrebbe rivisto la donna solo dopo aver pagato la somma richiesta. La vittima, però, decise di raccontare tutto ai militari dell’Arma che, intervenuti sul posto, bloccarono i tre personaggi e ‘liberarono’ la donna.