- Malattie rare e inclusione sociale: l’Assessore Viscovo promuove percorsi di sensibilizzazione al Maschio Angioino
- Scuole e istituzioni si uniscono sull’esempio di don Peppe Diana
- Acerra celebra la donna tra libri, musica e prevenzione
- Impianti rifiuti, passa la linea dell’amministrazione comunale: Acerra ‘zona satura’
- Nel ‘Giardino dei Giusti’ di Acerra l’albero in ricordo di Luigi Cortile
- Musica elettronica e clubbing, torna il RedBull Turn It Up
- Spari contro un’officina meccanica, giallo sul movente
- De Luca: la sentenza della Corte Europea riguarda la gestione dei rifiuti prima del 2013
- Il Movimento Cinque Stelle si allinea: termovalorizzatore indispensabile
- Fermato con una pistola pronta a sparare, arrestato
Ritrovamento reperti storici, dal sottosuolo emerge il popolo dei “Cavalieri”

Rinvenuta ad Acerra una necropoli preromana. La scoperta è stata fatta durante i lavori di scavo per la posa di cavi elettrici.
Non solo rifiuti dal sottosuolo della Terra dei Fuochi. Nei terreni contaminati c’è anche tanta storia, un tesoro inestimabile. Lo conferma una vicenda emblematica che si sta consumando ad Acerra.
Qui, l’altro giorno, appena un metro e ottanta centimetri sotto una strada dell’immediata periferia, è stata trovata la necropoli dei “Cavalieri”, un pezzo di storia emersa dal terreno, durante i lavori di scavo effettuati da Terna per la posa di cavi elettrici, nell’area a nord della cinta urbana, in via Mulino Vecchio. Tre tombe a cassa, realizzate nel tufo lavorato, così le descrivono gli archeologi della soprintendenza di Napoli. Tombe in cui sono stati rinvenuti i resti di alcuni maschi adulti e gli utensili in metallo che ne hanno accompagnato il viaggio nell’oltretomba.
“Risalgono a un periodo che abbiamo identificato tra la fine del quarto secolo e l’inizio del terzo – spiegano i funzionari della soprintendenza giunti sul posto – e quindi all’età preromana”. Gli esperti citano lo storico latino Livio e la sua enciclopedica storia di Roma, nella quale viene descritto il popolo dei “Cavalieri” dell’antica Acerrae, gente di origine osca, preistorico popolo italico, proveniente dagli appennini, che basava quasi tutto sull’uso del cavallo e che era gelosa custode della sua autonomia. “Un popolo dal quale gli stessi romani si guardavano bene, particolarmente bellicoso”, raccontano gli archeologi.
Che intanto sospettano l’esistenza di una grande necropoli sotto via Mulino Vecchio, la provinciale che collega Acerra alle vicine città di Caivano e Afragola. Ma il sospetto più forte è che questo pezzo di storia stia per essere di nuovo sepolto in nome della modernità e che dunque la necropoli non sarà mai portata definitivamente alla luce. L’area archeologica appena scoperta si trova proprio al di sotto di un’arteria di collegamento extraurbano e di una costruenda nuova infrastruttura elettrica. Nei prossimi giorni saranno i responsabili della soprintendenza a decidere il da farsi. Rimane il rammarico di un territorio dalle potenzialità inespresse. L’ultima scoperta archeologica da queste parti risale ad alcuni anni fa.
Le migliaia di reperti finora salvati qui si trovano nei musei archeologici di mezzo mondo, British Museum in testa, insieme a quelli delle altre città della dodecapoli di origine etrusca, come Suessula, sempre in territorio acerranno, e poi come Capua, Nocera, Nola. “Il resto lo hanno portato via i tombaroli – racconta Rosa Anatriello, presidente della sede locale dell’Archeoclub – da queste parti c’è ancora tanto fare: credo sia fondamentale che Acerra scopra il proprio territorio”. In loco finora si può visitare, nella sola ultima domenica del mese, l’area di Suessula, altra città, al confine con Maddaloni, risalente al quinto secolo avanti cristo.
In allestimento c’è, nelle viscere dell’antico castello baronale, la scena del teatro romano. Il museo archeologico, intanto, è ancora un progetto. Se ne parla da anni. Nel frattempo stesse lacune nella vicina e altrettanto antica Nola: anche qui tante vestigia del passato mai adeguatamente valorizzate.