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Kvara se ne va, ce ne faremo una ragione. Ma basta sceneggiate.

L’uomo con la barba mastica parole incomprensibili in una lingua misteriosa. Piove e la luce fredda dei riflettori rimbalza tremula sul suolo bagnato mentre di spalle l’uomo incappucciato incede lentissimo verso una porta spalancata tenendo stretta a sé una donna invisibile. Violini in lontananza.
Un nano infila la manina in un armadio buio e ne cava fuori un oggetto blu. Era un sogno? No marò, non sia mai! Un film inedito di David Lynch? Se vabbè!
Quello che vi ho descritto è il video di saluto che Kvicha Kvaratshkelia ha realizzato per noi a notte a notte prima di andarsene a Parigi. Un video che, diciamocelo, ci aspettavamo come ci aspettiamo Natale, Sanremo, la storia ricordo di un grande regista da parte dei fan di Pio e Amedeo. Ce lo aspettavamo questo documento di commiato perché un po’ lo abbiamo confezionato noi, concedendo a chiunque metta piede in questa città di travisarne l’essenza, lasciando serenamente esportare un complessissimo racconto stratificato e potente con la struttura narrativa del pittoresco vuoto a perdere; consentendo senza remora alcuna la rielaborazione del ‘chiagni e fotti’ in una specialissima formula che poi puntualmente ci ritorna come un boomerang nelle terga; consentendo a chicchessia di buttare a mare con tutti i panni – e senza salvagente – la nostra irresistibile sottile tensione al melodramma guardandola sguazzare fino ad annegare nel becero, inutile e sguaiato sproloquio sentimentale.
Che sono dunque questi Vesuvi per tutte le parti, queste mariomerolate a schiovere, questo dramma di cartone? Dove è nato tutto questo? Da dove dobbiamo partire per debellare questo terribile morbo della sceneggiata a tutti i costi? A cosa dobbiamo arrivare per scetarci dal sonno?
È forse troppo tardi?
Ah, prima che mi scordi, ciao Kvicha, è stato meraviglioso vederti una settimana sì e una no creare scompiglio sotto ai miei cari gradoni, finanche quando non tenevi genio, e soprattutto mi fa piacere che hai scelto di fare il calciatore perché sei veramente forte forte, fortissimo, mentre evidentemente il cinema, georgiano del mio cuor, nunn’ è proprio arte toja!
Stai bene 💙
el.em.