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‘Dimissioni’ durante la maternità, mamma lavoratrice risarcita
Passa la linea del legale di fiducia della donna, l’avvocato Domenico Casoria.
ACERRA – ‘Dimissioni’ durante la maternità, mamma lavoratrice risarcita. E’ il principio di legge, grazie al quale si è giunti ad una conciliazione giudiziale in corso di causa presso il tribunale di Napoli – Sezione Lavoro – a favore di una donna di Acerra. La 38enne, infatti, è riuscita ad ottenere un maxi risarcimento dopo che era stata ‘subdolamente licenziata’ da un’azienda napoletana, nonostante la stessa ditta fosse stata già cancellata dal registro delle imprese in seguito alla procedura di liquidazione volontaria. La donna, nello specifico, veniva indotta a rassegnare le dimissioni dall’azienda presso cui era impiegata con la promessa di essere assunta presso un’altra azienda collegata, circostanza questa che non è però avvenuta, rimanendo così senza lavoro. L’azienda, tuttavia, non ha però considerato che le dimissioni presentate dalla lavoratrice durante il periodo di gravidanza e durante i primi tre anni di vita del bambino devono essere convalidate dall’Ispettorato del Lavoro ed a questa convalida è sospensivamente condizionata l’efficacia della risoluzione del rapporto di lavoro. Un aspetto fondamentale fatto emergere dall’avvocato Domenico Casoria dello studio legale ‘Avvocati Casoria & Partner’s’, al quale la 38enne si è rivolta. In assenza di tale procedura, le dimissioni sono inefficaci ed equiparate ad un licenziamento illegittimo, con tutela reintegratoria piena, come ha fatto presente l’avv. Casoria nel suo ricorso.
“La vera leva per giungere ad un accordo cosí vantaggioso è stato l’aver insistito nel sostenere la tesi dell’esistenza di un centro unico di imputazione fra l’azienda formalmente datrice e la collegata, per assicurarsi una controparte a tutela della solvibilità delle nostre pretese, atteso che la prima era ormai cancellata dal registro delle imprese con bilancio negativo” ha sottolineato l’avvocato Casoria.
La controversia si è conclusa con un ingente risarcimento per la lavoratrice madre, per la gioia sua e della famiglia. .“Giustizia è fatta – spiega il legale della lavoratrice – é stato un ricorso molto complesso, contro un gruppo di aziende molto solido, pertanto sono molto soddisfatto”.