Cronaca e Attualità

Ucciso e gettato nei campi, arrestati i killer

Ordinanza di custodia cautelare per tre acerrani.

ACERRA – Omicidio Natale, si chiude il cerchio. Tre proiettili per punire lo sgarro. Il giovane, ribelle del “sistema”, ucciso per aver sottratto un borsone di armi e droga. Il cadavere rinvenuto dopo due settimane in un fondo agricolo. Nel corso della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, diretti dal maggiore Andrea Coratza, hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo, aggravati dal metodo mafioso. Si tratta del ras di Acerra Bruno Avventurato, oggi detenuto e già condannato in primo grado per l’omicidio di Pasquale Tortora, di Emanuele D’Agostino, 26enne detto ‘o tonno e di Gennaro Pacilio, di 57 anni, oggi collaboratore di giustizia.

In particolare, gli indagati, il 4 ottobre 2021 in Caivano, avrebbero ucciso Antonio Natale, esplodendo tre colpi di pistola che attingevano la vittima alla testa ed al torace. L’omicidio sarebbe stato deliberato e premeditato per punire il Natale, che avrebbe sottratto armi, droga e denaro al gruppo criminale Bervicato, per conto del quale effettuava attività di spaccio di droga. Il cadavere del Natale veniva rinvenuto in un fondo agricolo il giorno 18 ottobre 2021. L’odierna attività fa seguito all’arresto di Domenico Bervicato, avvenuto nell’aprile scorso, ritenuto il mandante del delitto. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva. Stando alla ricostruzione dei militari dell’Arma di Castello di Cisterna e della Dda Bervicato avrebbe accompagnato la vittima a Napoli per fare shopping in alcuni negozi di lusso a via dei Mille ed al ritorno si sarebbe diretto ad Acerra simulando un incontro presso l’abitazione di Gennaro Pacilio con quest’ultimo e con D’Agostino Emanuele finalizzato alla spartizione dei proventi di un’attività illecita di spaccio. Quest’ultimi, sarebbero stati individuati e incaricati quali killer dai fratelli Bruno e Giancarlo Avventurato (Giancarlo è pentito, cui il Bervicato si era rivolto per ricevere ‘appoggio’ nell’esecuzione del reato) che avrebbero partecipato a loro volta alle
fasi ideative e organizzative del delitto agendo su mandato di Bervicato.
Fingendo di avere necessità di un passaggio in auto per raggiungere Cavano, Pacilio e ‘o tonno salivano a bordo del veicolo condotto dal Bervicato, unitamente ad Antonio Natale; una volta ripartiti sopraggiunti alla rotonda di Acerra che conduce a Cavano, mentre il Bervicato svoltava l’auto a sinistra indirizzandola su un fondo sito in località Cinquevie, nei pressi di un casolare, Gennaro Pacilio, seduto sul sedile anteriore passeggero estraeva dalla cintura dei pantaloni una pistola calibro 9×21 e girandosi verso Natale seduto sul sedile posteriore lato guidatore, all’interno dello stesso veicolo, gli esplodeva contro i primi due colpi, finendolo, poco dopo, con un terzo colpo alla testa, mentre D’Agostino (pure armato di pistola con la quale aveva provato a sparare contro il Natale senza tuttavia attingerlo a causa dell’incepparsi dell’arma), teneva sollevato contro lo schienale il corpo del Natale che si era nel frattempo accasciato in avanti. Constatata la morte del Natale scendevano dall’auto e dopo aver prelevato il corpo senza vita di Natale dall’abitacolo, lo adagiavano a terra trascinandolo per alcuni metri e abbandonavano il cadavere alle spalle del casolare alle intemperie e all’azione di roditori fino al suo ritrovamento due settimane dopo. Fondamentali le dichiarazioni dei collaboratori.

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