“Anche quest’anno questa giornata ci impone al confronto con numeri intollerabili che testimoniano una continua, diffusa ed inestirpabile violenza contro le donne. In Italia solo quest’anno sono 109 le vittime. Sono giorni che sentiamo parlare di Giulia, una ragazza di soli 22 anni assassinata dall’ex fidanzato. La nostra società è tutt’oggi pervasa in differenti territori e svariati contesti da episodi di violenza, fisica, psicologica, verbale, economica, molestie per intrusione, frutto dell’idea, inaccettabile, che l’uomo possa prevaricare sulla donna utilizzando la forza. La violenza sulle donne è un fallimento della nostra società, che non è riuscita ad accettare una concezione pienamente paritaria dei rapporti di coppia. La violenza contro le donne prende origine da una visione distorta del rapporto tra un uomo e una donna, che vede la donna come oggetto non degno di un pieno rispetto. E’ nell’idea di inferiorità che pervade, ancora troppo spesso, l’approccio alla questione femminile, in cui si trovano le radici di ogni forma di violenza. Uscire da questo vortice è necessario educare: educare al rispetto, educare alla parità, educare all’idea che mai la forza può costituire uno strumento di dialogo. E’ fondamentale che già in famiglia si deve diffondere quest’educazione fin dalla prima infanzia per poi proseguire nella scuole. fondamentale che le donne che abbiano subito e subiscono violenza sentano intorno a se una società che le accolga e le protegga, che consenta loro di uscire dal silenzio e di liberarsi da quella stessa violenza. Solo con una società pronta a smuoversi ed a sostenere queste donne si potrà sconfiggere tutto quest’orrore, caro Stato, ricorda che tutti questi eventi, quasi mai, sono eventi imprevedibili. Le donne attraverso atti di coraggio, quali le denunce, devono essere credute e protette sin da subito perché alla lentezza della giustizia si contrappone una violenta e veloce violenza. Ma perché a pagare una doppia pena è sempre la vittima e mai il carnefice? Dovrebbero essere gli uomini violenti ad essere rinchiusi in centri antiviolenza ed imparare a non esserlo. Il femminicidio può essere contrastato solo cambiando il modello sociale e culturale in cui è radicata.
Colgo l’occasione di questa giornata per dimostrare tutto il mio affetto, all’amica ed ex Assessore Maria De Rosa, che in quest’ultimo mese è stata vittima di giudizi inappropriati, finendo nel mirino di testate giornalistiche, post su ogni tipo di social per fatti privati e familiari che le sono accaduti. Purtroppo quando accadono queste cose, si guarda sempre e solo al negativo, voglio cogliere invece il momento per ricordare il lavoro e l’impegno dimostrato durante tutto quest’anno, partecipando attivamente nella vita dei cittadini.
Alle donne libere, dalla indipendenza spiccata e la personalità più vivida. A quelle in piedi e a quelle distrutte,
a TE che lo sei più di tutte”.
COM. STAMPA ViviAmo Acerra
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