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Tasse, tasse, tasse: Conte prende di mira pure bibite e merendine
L’idea è stata lanciata dal neo Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti: tasse su bibite gassate, merendine e biglietti aerei per far quadrare i conti.
Come se gli italiani non fossero già vessati da una miriade di balzelli per le ragioni più assurde.
Il Codacons, per dire, ha ricordato che già oggi le tasse applicate nel nostro Paese sui biglietti aerei costituiscono in media il 40% del costo degli stessi.
Gli esponenti del nuovo governo non sono per nulla preoccupati dal dover disinnescare le clausole in scadenza nella prossima finanziaria.
Dicono che sarà facile come tassare le caramelle ad un bambino.— Paolo SavonaRola (@MinistroEconom1) September 23, 2019
Sembra quasi uno scherzo, ma perfino il premier Conte, intervistato da Bruno Vespa ad Atreju, l’evento organizzato a Roma da Fratelli d’Italia, ha definito “praticabile” la proposta.
CE LO CHIEDE L’EUROPA?
Non c’è che dire: quando si tratta di inventarsi nuovi balzelli, la classe digerente italiana non è seconda a nessuno. E se non è più un’opzione quella di chiedere all’Europa di smetterla di proseguire con il pilota automatico le sue folli politiche di austerità, visto che il nuovo Ministro dell’Economia è il papà italiano del fiscal compact (Roberto Gualtieri), è ovvio che per cercare di far quadrare i conti da qualche parte bisogna pur prenderli i soldi. Il punto, infatti, è proprio questo: finché si vorrà sottostare ai diktat da Bruxelles sui conti pubblici italiani, sarà impossibile qualsiasi politica non recessiva nel nostro Paese.
Del resto, tra i motivi che hanno portato alla sfiducia del precedente Conte (uno e bino) da parte della Lega, uno dei motivi principali verteva proprio sulla manovra economica da presentare alla UE. Il Conte trasformista, insieme a Tria (e a Mattarella dietro le quinte), infatti, si era già venduto alla Kommissione Europea una finanziaria che rispettasse in pieno le assurde regole europee su debito e deficit, senza alcun vero confronto con l’alleato di governo e con l’intento di esautorarlo e metterlo di fronte al fatto compiuto.
Solo Di Maio, forse allarmato dai sondaggi, ha trovato il tempo di lamentarsi che ogni giorno si parla di tassare questo e quello. Qualcuno gli ricordi che di questo Governo fa parte anche lui. E che se perfino il senatore Monti ti vota la fiducia, un motivo c’è. Forse non l’ha ancora capito.