Con la nuova politica dei “porti aperti senza se e senza ma” non c’è più alcun argine alle Ong.
Il nuovo Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha assegnato alla Ocean Viking, nave battente bandiera norvegese, il porto di Messina per sbarcare il suo carico di clandestini.
Altri 182 immigrati irregolari, recuperati dall’imbarcazione in tre diversi interventi davanti alla Libia, sbarcheranno quindi in Italia.
La linea buonista del Governo ha già fatto collassare l’hotspot di Lampedusa e fatto quadruplicare gli arrivi illegali nel nostro Paese in appena una ventina di giorni.
Nel frattempo, a La Valletta, l’incontro tra i ministri dell’interno di Malta, Italia, Germania, Francia e Finlandia (con Helsinki presente in qualità di presidente di turno dell’Ue) ha partorito un’intesa che lascia certamente l’Italia con l’amaro in bocca.Nonostante l’ottimismo ostentato dall’attuale inquilino del Viminale, infatti, la bozza di accordo per il ricollocamento dei richiedenti asilo è ben lungi dal costituire un risultato positivo per l’Italia, che raccoglie giusto il minimo sindacale per non sputtanare miseramente il nuovo Governo italiano europeista fino al midollo.
Basti dire che – udite, udite – è prevista la rotazione dei porti di sbarco. Finalmente, verrebbe da dire, vista la determinazione con cui certe Ong negli ultimi tempi hanno cercato in tutti i modi di dirigersi sempre e solo verso i porti del Belpaese, anche quelle poche volte (più uniche che rare) in cui altri Paesi europei avevano dato la disponibilità (ricorderete come la nave Alan Kurdi abbia ostinatamente rifiutato di recarsi in Spagna, sia ad Algeciras che a Palma de Maiorca).
Peccato, però, che la tanto sbandierata rotazione dei porti sia completamente su base volontaria. E non si capisce, dunque, quale sia la novità.
Se a questo si aggiunge il fatto che restano esclusi dall’accordo tutti i clandestini che arrivano in Italia sbarcando autonomamente, il quadro è desolante. Si tenga presente, infatti, che tra giugno 2018 e agosto 2019 solo il 9% di chi è sbarcato in territorio italiano sarebbe rientrato nella casistica prevista dalla bozza di accordo. Bozza, comunque, che verrà discussa al vertice dei ministri dell’Interno dell’Ue previsto il 7 e l’8 ottobre prossimi in Lussemburgo.
Ma sembra davvero difficile che da quel vertice possa uscire qualcosa di meglio per il nostro Paese, se già a Malta è stato questo il massimo che si è riusciti ad ottenere.
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