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Governo Ursula, si stringono i tentacoli di Bruxelles sull’Italia
Dopo quello Monti, il Conte bis sarà forse il governo più eterodiretto da Bruxelles mai visto in Italia.
A dare la misura di quanto tale esecutivo sia stato concepito nelle cancellerie europee, basta un nome: Roberto Gualtieri.
L’europarlamentare Pd di lungo corso, filo diretto con Draghi, il papà italiano del Fiscal Compact, sarà infatti il nuovo ministro all’Economia. Con la benedizione, ça va sans dire (il francese è d’obbligo), della nuova presidente della Bce Christine Lagarde.
Professore di Storia contemporanea a Roma, laureato in Lettere (da Bruxelles?), Gualtieri è senz’altro un degno ministro della “coalizione Ursula” (battezzata così dall’altro grande e venerato maestro europeo Romano Prodi, che in verità ci infilava dentro pure Forza Italia – giusto per non farsi mancare niente) comprendente M5S, Pd e Leu.
Nel video sotto si può ammirare in tutta la sua competenza in merito ai temi economici. Ma avrà sicuramente altre qualità.
Non ho altre domande vostro onore.
(Cc: @borghi_claudio) pic.twitter.com/OYrLjwvY5h
— Fabrizio Zulli (@FabrizioZulli) September 4, 2019
Per esempio, era nella lista degli “alleati affidabili nel Parlamento europeo” della Open Society di George Soros (lista degli “alleati affidabili” della Open Society di George Soros).
A far comprendere quanto l’elenco dei ministri snocciolato da Conte sia gradito ai piani alti dell’oligarchia eurocratica, basta notare come lo spread, da sempre adoperato come una clava contro governi poco graditi perché non allineati, sia ormai in caduta libera (complici in realtà, a dire il vero, anche i problemi economici della Germania).
Si capisce: con Gualtieri al Mef, la finanziaria è praticamente scritta sotto dettatura europoide. Non che il precedente ministro Tria abbia mai peccato di insubordinazione, sia chiaro: si ricordi in proposito la vergognosa lettera del 2 luglio scorso a firma sua e del premier per tutte le stagioni Giuseppe Conte, nella quale praticamente fu dichiarata la resa incondizionata ai diktat della Commissione europea, con tanti saluti alla riduzione delle tasse fortemente voluta, invece, da Salvini (e dagli italiani).
La letterina di Conte e Tria alla Commissione UE (pdf)
La letterina di Conte e Tria alla Commissione UE (pdf)
Del resto, si era già intuito l’andazzo quando, qualche giorno fa, il tedesco Günther Oettinger, facente parte della Commissione Ue, compagno di partito della Merkel (quello che “i mercati insegneranno agli italiani come votare”, per intenderci) ha dichiarato tutto giulivo che Bruxelles “è pronta a fare qualsiasi cosa per facilitare il lavoro del nuovo governo italiano quando entrerà in carica e per ricompensarlo”.
I più maligni hanno fatto notare che se si parla di “ricompensa” è perché, evidentemente, qualcuno avrà pur fatto qualcosa per meritarsela questa ricompensa (visto e considerato che i Kommissari europei non sono certo famosi per la loro generosità). Ma sono illazioni che non facciamo nostre e dalle quali, anzi, ci dissociamo con forza e decisione.
Senza dimenticare l’altro big della Commissione Europea uscente, Jean-Claude Juncker, che ha recentemente parlato di Conte come del nuovo Tsipras, prendendosi il merito della trasformazione del premier nostrano da avvocato del popolo italiano ad avvocato dell’Europa.
E proprio recentemente sembra si sia scomodata perfino la Merkel, con una telefonata a Gentiloni quando Di Maio faceva il difficile nelle trattative (si sa, a volte per incastrare i giusti deretani alle giuste poltrone ci vuole un po’), per ribadire al Pd la necessità di “andare avanti ad ogni costo per fermare Salvini”.
Tutti d’accordo solo quando si tratta di soddisfare le richieste che giungono da oltralpe.
Per quello che vale, ne siamo sicuri anche noi: il nuovo governo Conte bis, che sarebbe forse maggiormente corretto definire Monti bis o – per essere ancora più precisi – governo Merkel-Macron, ha tutto il necessario per non deludere cotante aspettative.