Cronaca e Attualità

Pedofilia, dure condanne per mamma e vicino di casa

La donna ritenuta responsabile anche di sfruttamento della prostituzione.

ACERRA – Violenza sessuale su due bimbe, dure condanne per la mamma e il vicino di casa. E’ quanto  ha stabilito ieri pomeriggio la Prima Sezione Penale – Collegio ‘B’ – del tribunale di Nola (presidente Lucia Minauro) nei confronti di una 46enne e di un 76enne. Al termine del processo tenutosi con il rito ordinario la donna rimedia 24 anni di reclusione, l’uomo 20. Pene abbastanza in linea con la richiesta del pubblico ministero Immacolata Sica che si era espresso per i 17 anni per l’anziano. La 46enne è stata ritenuta responsabile anche di sfruttamento della prostituzione. Le motivazioni della sentenza verranno pubblicate in novanta giorni.

La coppia venne arrestata a luglio dell’anno scorso al termine di un’operazione della Squadra Mobile di Napoli: secondo l’accusa la donna avrebbe fatto consumare rapporti sessuali con l’uomo del piano di sotto in cambio di pochi spiccioli. Lo scenario dietro questa vicenda giudiziaria è di un degrado e di una bruttezza senza precedenti. I fatti e gli abusi vanno dal 2011 fino al 2015,  il periodo in cui si sono consumati i rapporti tra quell’anziano signore e le bambine, avute in seconde nozze dalla donna e che oggi hanno 13 e 17 anni. Prestazioni in cambio di piccole cifre, ‘regali’ che andavano dai 2 euro per una toccatina ai 50 euro per un rapporto completo e doloroso: soldi che servivano per acquistare generi alimentari, con la stessa figlia più grande che si recava di tanto in tanto a fare la spesa.

Il merito di aver fatto luce sulla squallida vicenda va dato ai Servizi Sociali del Comune di Acerra, che l’anno scorso cominciarono a vederci qualcosa di poco chiaro: una delle bambine, infatti, nel, frattempo affidata ad una casa famiglia iniziò a parlare sia con l’educatrice che successivamente con le assistenti sociali del Municipio. All’inizio poche parole che diventarono sempre più un racconto horror fino a svelare quanto avveniva tra le mura domestiche di quello stabile di una centralissima zona di Acerra, dove le bimbe si recavano a casa di quell’uomo, definito diversamente sia come “zio, nonno, vecchio o porco”. Nel corso del dibattimento sono state fondamentali le udienze in cui sono stati sentiti come testi il dottor Attilio Mazzei, pediatra consulente della Procura, il quale aveva ribaltato il referto del pronto soccorso che escludeva segni di violenza sessuale su una delle ragazzine. I suoi esami particolari e scientificamente avanzati, dunque, avevano portato al rinvenimento di lesioni riconducibili agli abusi. Ancora più schiaccianti le parole delle bambine che avevano confermato le accuse nei confronti della mamma.

(fonte foto Internapoli)

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