- L’Acerrana dura un tempo, poi è sprofondo granata: l’Afragolese ne fa quattro
- Un ulivo per la pace, al Pitagora di Pozzuoli l’occupazione intelligente per Gaza
- Rivoluzione Acerrana, sette nuovi acquisti per la salvezza
- Acerra, consiglio comunale: l’opposizione perde tempo e spreca denaro pubblico
- Undici rapine in un mese, coppia arrestata
- Munari, premiati gli studenti meritevoli. Il sindaco: fiero di voi
- Spaccio in monopattino, 17enne arrestato
- Toro, altra scoppola: ne prende quattro a Nola
- Locali del Centro Sportivo intitolati a vittima Heysel, il sindaco d’Errico: Acerra città che condivide i valori di lealtà e rispetto del tifo e dello sport
- ‘Il coraggio della legalità’, scuola e istituzioni ricordano Ciro Colonna
I ‘signori della droga’ tra Acerra e Pomigliano, i retroscena del blitz
Dall’indagine emerge che uno dei personaggi del gruppo pomiglianese sarebbe passato a quello acerrano.
ACERRA – Maxiblitz all’alba, arrestati i ‘signori della droga’ tra Acerra e Pomigliano. E’ quanto avvenuto alle prime luci di martedì mattina, quando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, diretti dal maggiore Antonio Bagarolo, hanno eseguito 17 misure cautelari a carico di altrettante persone accusate a vario titolo di favoreggiamento personale aggravato dal metodo e dalle finalità mafiose, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, singoli episodi di spaccio e detenzione abusiva di armi comuni e da guerra.
Un’indagine portata avanti dall’Arma e coordinata dalla Dda partenopea, che ha consentito al gip del tribunale di Napoli Maria Laura Ciollaro di emettere le 17 misure cautelari rigettandone una. Un provvedimento che si basa su fatti che vanno da dicembre 2014 fino al 2015. In particolare sarebbe emerso un ‘giro di droga’ datato sei anni fa tra Acerra e Pomigliano e distinto in due gruppi. Quello vesuviano avrebbe visto al vertice Salvatore Ferretti, coadiuvato dal fratello Aniello e dalla compagna Monica Mingione, detta ‘a munacella. Il gruppo acerrano, invece, secondo la Procura, avrebbe avuto in Ciro Affinito, detto Ciruzzo nas ‘e cane il capo e promotore, con Giuseppe Sirignano alias sacchetto, quale fornitore ed intermediario per l’acquisto delle sostanze stupefacenti, nonché detenendo presso la propria abitazione la ‘roba’ da cedere. Stefano De Falco, invece, garantendo l’acquisto periodico di sostanza stupefacente da Affinito, mentre Vito Tortora, meglio conosciuto come ‘o prufessore, avrebbe portato nuovi clienti facendo da intermediario per la vendita al dettaglio della droga. Particolare la posizione di Franco Natale, detto zio Frank o francuccio. Il 57enne di Acerra, all’epoca dei fatti contestati era un fedelissimo dei fratelli Ferretti.
Un presunto ‘sgarbo’, però, avrebbe inasprito i rapporti con la decisione di passare con gli acerrani. Incaricato dal capo, infatti, avrebbe dovuto portare un’imbasciata ad un altro gestore dello spaccio del Nolano, un personaggio di Castello di Cisterna. Il suo compito sarebbe stato solo quello di mero ambasciatore, limitandosi a fare in modo che questa persona si recasse dal Ferretti per discutere di argomenti legati alla droga, nello specifico la gestione dei prezzi sul mercato di Pomigliano. Francuccio tuttavia, si sarebbe spinto ‘oltre’ rivelandogli le rimostranze del capo. Di qui l’ipotesi di punirlo con una spedizione armata, con Natale però che avrebbe trovato ‘rifugio’ da Ciro Affinito, passando così di fatto nel suo gruppo e ricevendo al contempo protezione. Anche l’ex ras di Castello di Cisterna Mimmo Capocelli, oggi collaboratore di giustizia, avrebbe invano provato a fare da paciere tentando una mediazione tra le parti.










