L’iniziale divisione del business in tre parti, la cassa comune, le piazze di spaccio e il business delle estorsioni: ecco ‘il sistema della camorra ad Acerra’. E’ il contenuto infuocato del verbale reso dal pentito Bruno Avventurato (nella foto), fino a poco tempo fa a capo dell’omonimo clan, nel corso dell’interrogatorio da lui richiesto nel processo sulla mala acerrana che lo vede imputato insieme ad altre 19 persone.
“Dopo la scarcerazione di Salvatore Andretta abbiamo avuto un incontro a tre a casa Carofaro: io, lui e appunto Gerardo Carofaro ‘o diretto, quest’ultimo poi deceduto – dichiara ‘o fantasma – con altre 6-7 persone che però aspettavano giù”. Un summit nel quale Bruno sarebbe ancora stato scosso per la morte del fratello. “Gli dissi che a me stava bene qualunque cosa avessero deciso”. Incontri proseguiti anche successivamente ed in particolare dopo maggio 2020, quando a via Calzolaio fu ammazzato per vendetta Pasquale Tortora, ritenuto dal boss l’artefice dell’omicidio del fratello. “Il mio gruppo si occupava principalmente del rifornimento delle piazze di spaccio. Ne avevamo 5-6: piazzale dei Martiri, la Ferrovia, quella dei Panico, ‘a Masseria ‘o ngegno e quella del Parco dei Napoletani. I ‘pintonio’ nelle Madonnelle, invece, erano autonomi”. L’approvvigionamento di droga avveniva a Caivano o a Pomigliano. Lo stesso collaboratore di giustizia, inoltre, svela anche i motivi per il quale veniva appellato con il soprannome ‘fantasma’: “Perché dicono che sto chiuso in casa, non mi vedono per strada. Ma io posso stare anche 2, 3, 4 mesi sopra perché mi piace stare a casa con la famiglia”. Ed è per la famiglia ed il loro futuro che ha deciso di voltare pagina collaborando con la giustizia: “La mia famiglia viene prima di ogni cosa, l’ho capito un po’ in ritardo. Sono stanco di questa vita che non ti porta a niente. Mi voglio godere mia moglie e i miei figli quando sarà. Ho avuto tante perdite in famiglia: mi hanno ammazzato un padre, un fratello e uno zio. Ho dato tanto e ho avuto tanto da questa vita. Ma ora basta, basta, basta”. Bruno Avventurato è stato già condannato in primo grado a 30 anni come mandante dell’omicidio Tortora. 1- Continua
Da Cronache di Napoli del 15/03/2024
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