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Trema la mala acerrana, Bruno Avventurato svela il ‘sistema’ della droga e delle estorsioni

Le dichiarazioni del neocollaboratore di giustizia durante l’abbreviato. La Dda chiede oltre due secoli di condanne per 19 persone.
ACERRA – “Ecco come funziona il ‘sistema’ ad Acerra”. Un fiume in piena Bruno Avventurato, il boss pentito che ieri è stato a lungo interrogato nell’aula bunker di Napoli nel corso del processo che vede alla sbarra 19 persone tra capi e gregari della mala locale. Il business della droga e delle estorsioni ricostruito nei minimi particolari con nomi, dettagli, capipiazza, fornitori, vittime e ‘spartizioni’. Dichiarazioni però inutilizzabili che non potranno confluire nel fascicolo di questo processo che si sta celebrando, infatti, con il rito abbreviato. Bruno ‘o fantasma, inoltre, ha anche confermato le ipotesi investigative nei suoi riguardi – in qualità di mandante – in merito all’omicidio di Pasquale Tortora ‘o stagnaro. Nella sue dichiarazioni spontanee, invece, Emanuele D’Agostino, detto ‘o tonno, si è “dissociato dal clan Avventurato e dalla camorra”.
Il pubblico ministero Giuseppe Visone ha invocato oltre due secoli di reclusione: per Andrea Aloia chiesti 12 anni, Andrea Andretta 16 anni, Giovanni Antonio Andretta 14 anni, Salvatore Andretta 20 anni, Vincenzo Capone 12 anni, Antonio Carofaro 6 anni, Vincenzo Carofaro 14 anni, Emanuele D’Agostino 14 anni, Vincenzo Della Valle 14 anni, Domenico De Maria 16 anni, Giovanni Di Matteo 8 anni, Sarangela Fortunato 8 anni, Vincenzo Fuiano 4 anni, Vincenzo Goglia 16 anni, Giuseppe Picardi 14 anni e Gennaro Tedesco 14 anni, 6 mesi e 10 giorni, mentre per i collaboratori di giustizia Giancarlo Avventurato, Bruno Avventurato e Gennaro Pacilio invocati rispettivamente 4 anni, 8 anni e 4 anni e 6 mesi. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione, tentata estorsione, spaccio, armi, usura e associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Dalla prossima udienza spazio alle discussioni del collegio difensivo, composto dagli avvocati Rosa Montesarchio, Domenico Paolella, Domenico Buonincontro, Ciro Bianco, Giovanni Bianco, Elisabetta Montano, Luigi Montano, Antonio Zobel, Raffaele Chiummariello, Antonio Abet, Amalia Roberti, Giuseppe Ricciulli, Isidoro Spiezia, Michele Sanseverino e Sabato Graziano.