Cronaca e Attualità

Patto tra la mala afragolese e quella acerrana, 6 arresti

L’indagine dei carabinieri avrebbe fatto emergere nuovi retroscena sull’omicidio di Pasquale Tortora.

ACERRA – Nella mattinata odierna, ad Acerra, Napoli e Nuoro, militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna, guidati dal colonnello Antonio Bagarolo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di altrettanti indagati gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso in omicidio, detenzione illegale di armi e ricettazione, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

L’attività investigativa, svolta dal Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e coordinata dalla Dda di Napoli, ha consentito, in sintesi, di documentare:
– l’esistenza e l’operatività di due gruppi criminali, uno formatosi ad Afragola e coagulatosi intorno a Cosimo Nicolì, di 44 anni e l’altro guidato da Bruno Avventurato, 47enne, operante ad Acerra. Secondo l’accusa i due sodalizi in accordo tra loro avrebbero ideato ed organizzato l’omicidio di Pasquale Tortora, elemento di spicco dell’omonimo clan attivo ad Acerra e Casalnuovo, avvenuto il 20 maggio del 2020. Nell’occasione il gruppo Avventurato avrebbe fornito il necessario supporto logistico ai sicari, mentre il Nicolì si sarebbe preoccupato di reperire i killer. Per tale assassinio i militari dell’Arma hanno già arrestato gli esecutori materiali del delitto (che sono anche già stati condannati n primo grado)

-il duplice movente dell’omicidio: vendicare l’uccisione di Giuseppe Avventurato, fratello di Bruno e già capo dell’omonimo gruppo, di cui si riteneva responsabile il predetto Tortora, e suggellare un patto tra i due gruppi camorristici finalizzato ad assicurarsi il controllo congiunto dei traffici illeciti nel territorio di Acerra;
– che Cosimo Nicolì nel rapportarsi con i propri sodali e alleati ha speso il nome della famiglia Senese originaria di Afragola, ora di stanza a Roma e già in storici rapporti con il clan Moccia.

Tra i coinvolti nell’indagine vi era anche Di Balsamo Pasquale, ucciso il 29 aprile scorso in una sparatoria avvenuta ad Acerra tra lo stesso Di Balsamo e il 21enne Vincenzo Tortora, anch’egli deceduto in conseguenza del conflitto a fuoco. Nel corso dell’inchiesta sarebbe emerso che Pasquale Di Balsamo si sarebbe prodigato in prima persona per fornire “l’appoggio” ai killer di Pasquale Tortora.

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