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A cosa serve e perché è utile un nebulizzatore

Quando si va al bar o in un locale pubblico in generale è essenziale poter trovare, nel periodo estivo, un ambiente tranquillo e ben rinfrescato. Quando si parla di raffrescamento di un ambiente interno, tutti immediatamente pensano alla tradizionale aria condizionata. Tuttavia ci sono altri sistemi di raffrescamento che si caratterizzano per essere all’avanguardia e per far usufruire di ottimi benefici che soltanto questi sistemi riescono ad assicurare. Pensiamo in questo senso per esempio quanto possano essere importanti i nebulizzatori per il raffrescamento dei locali, che si basano sull’utilizzo di goccioline d’acqua spruzzata, come a formare una sorta di nebbia artificiale.
Che cos’è l’acqua nebulizzata e perché raffresca
Oggi sempre di più si fa un grande uso del nebulizzatore, che appunto è un sistema di raffrescamento che consente di spruzzare acqua nebulizzata, la quale, per le sue caratteristiche, si può chiamare anche atomizzata. La nebulizzazione è una procedura che prevede la trasformazione dell’acqua in goccioline piccolissime, di dimensioni microscopiche. Non dobbiamo pensare a delle goccioline visibili ad occhio nudo. Infatti spesso le goccioline d’acqua che si ottengono con la nebulizzazione hanno delle dimensioni minime, che vanno dai 5 ai 15 micron. È possibile ottenere questo effetto tramite dei sistemi ad alta pressione che sono capaci di dare all’acqua un alto grado di velocità. I sistemi nebulizzatori utilizzano queste pressioni elevate, in modo che all’uscita dagli ugelli il getto di acqua si trasformi in tante piccole goccioline. Tutto questo accade per l’attrito con l’aria. Le goccioline danno un effetto nebbia in grado di rinfrescare e di umidificare. Non dobbiamo pensare che il potere rinfrescante dei nebulizzatori derivi dal fatto che le goccioline si depositino sulle superfici e su di noi, come se si trattasse di una pioggia rinfrescante. Non c’è infatti da questo punto di vista nemmeno una sensazione di umidità. Infatti l’acqua viene ridotta in goccioline così piccole, che queste evaporano prima di raggiungere le superfici. È proprio per il processo di evaporazione che si raggiunge una piacevole sensazione di freschezza. Infatti dobbiamo ricordare che, per evaporare, le goccioline nell’aria hanno bisogno di una certa quantità di calore che quindi viene tolto dall’ambiente.
In che cosa consiste il potere dell’umidificazione
Il potere dell’umidificazione deriva dal fatto che l’acqua, prelevata per esempio dalla rete idrica, viene depurata e compressa a pressione di circa 70 bar. 70 bar è soltanto la pressione media che si può ottenere, perché alcuni sistemi di nebulizzazione arrivano anche ad una pressione di 100 bar. Il potere raffrescante dei nebulizzatori deriva proprio da questa caratteristica, perché più alta è la pressione più l’acqua viene pompata a velocità elevate tramite le quali fuoriesce dagli ugelli. Maggiore è la velocità di fuoriuscita, più elevato è anche l’attrito con l’aria esterna e quindi si può ottenere una maggiore quantità di goccioline microscopiche. Ma non conta soltanto la pressione di pompaggio per sfruttare il potere umidificante e rinfrescante dei nebulizzatori, visto che ci sono altri fattori rilevanti da tenere in considerazione. Per esempio ciò che conta è anche rappresentato dal diametro dell’orifizio dell’ugello. Più questo diametro è piccolo, più aumenta la velocità di uscita. Quindi le goccioline prodotte, che fuoriescono dall’ugello, avranno delle dimensioni più ridotte ed essendo ancora più microscopiche tendono ad evaporare in maniera immediata. Di solito l’acqua utilizzata per i nebulizzatori è quella della rete. In certi casi può essere anche addolcita o osmotizzata, perché si evitino di introdurre negli ambienti polveri aggiuntive. La scelta dell’acqua da utilizzare per raffrescare gli ambienti con i nebulizzatori dipende comunque dalle caratteristiche dell’ambiente stesso, tenendo conto della qualità di partenza dell’acqua. L’addolcimento per esempio può essere molto importante per rendere meno frequente l’otturazione degli ugelli, se l’acqua di partenza è eccessivamente calcarea.