La bufera scoppiata nel comune vesuviano rischia di trascinare nello stesso vortice giudiziario anche le procedure effettuate in altri enti.
SANT’ANASTASIA – Nella mattinata odierna il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, al termine di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola (pm Luca Pisciotta e Antonella Vitagliano) ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Nola Fortuna Basile applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di 4 indagati e del divieto di dimora nella Regione Campania nei confronti di altri 2 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere e corruzione.
IN CARCERE Le persone sottoposte alla misura della custodia cautelare in carcere sono il sindaco del Comune di Sant’Anastasia Raffaele Abete, il segretario generale dello stesso Comune Egizio Lombardi, di Ponticelli, il consigliere comunale Pasquale Iorio (ma per i reati contestati era componente dello staff del sindaco) e un imprenditore, Alessandro Montuori, rappresentante legale di una Società Cooperativa con sede legale e operativa a Salerno – finita sotto sequestro – perché ritenuti partecipi con distinti e precisi ruoli a un sodalizio criminoso finalizzato alla commissione di più delitti contro la Pubblica Amministrazione, segnatamente il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio in cambio di utilità personali.
L’ALGORITMO La complessa attività investigativa condotta dai finanzieri del Gruppo di Nola, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Nola, consistita in attività tecniche, servizi di osservazione e pedinamento e acquisizioni documentali ha consentito di disvelare specifiche ipotesi di corruzione in relazione ad alcune procedure concorsuali indette dal Comune di Sant’Anastasia per la copertura di posti pubblici. Le investigazioni hanno rivelato un mercimonio della funzione pubblica svolta dal sindaco, dal segretario comunale e dal consigliere comunale i quali si sono avvalsi delle competenze tecniche del rappresentante legale di una Società Cooperativa, imprenditore con una vasta esperienza nel campo della gestione di concorsi pubblici, per alterare e condizionare i risultati delle prove concorsuali pubbliche, mediante intervento informatico, ovvero alterazione dei punteggi relativi ai titoli esibiti ed ancora attraverso la divulgazione anticipata del materiale relativo alle prove scritte e orali, determinando in maniera programmata l’esito per ogni singolo candidato segnalato, il quale in ‘corrispettivo’ è tenuto a versare ai funzionari pubblici una somma di danaro, in tre soluzioni, precisamente prima di ogni singola prova di concorso (la prova preselettiva, la prova scritta e la prova orale) e pari ad una cifra che oscilla dai 30mila euro a 50mila euro a seconda del tipo di ruolo – amministrativo o direttivo – o se a tempo determinato o indeterminato, ovvero se a tempo pieno o parziale.
L’AGENTE PROVOCATORE Le indagini sono iniziate lo scorso mese di febbraio grazie alla denuncia di un’avvocatessa di Acerra, che di fatto ha agito da agente provocatore, registrando anche le conversazioni con Iorio, che aveva chiesto allo staffista di interessarsi al concorso per un suo nipote acquisito: in risposta, però, aveva ricevuto la richiesta di 30mila euro, cifra però mai pagata, per accaparrarsi uno dei 6 posti per istruttore categoria C.
I SOLDI Le indagini, dunque, hanno disvelato, nello specifico, alcune condotte corruttive commesse dagli indagati in attuazione del programma criminoso. Più in particolare, nel corso delle attività è stata accertata in ‘diretta’ la messa in ‘vendita’ di n.2 posti pubblici in cambio di somme di danaro: -n. l posto di istruttore amministrativo presso il Comune di Sant’Anastasia dietro corrispettivo di 30mila euro, somma che veniva promessa agli indagati, poi non versata con la conseguente non assegnazione del posto di lavoro; n. 1 posto per istruttore direttivo contabile dietro pagamento di 50mila euro. La somma di danaro veniva consegnato con la conseguente vincita del concorso.
IL DENTISTA DI CASALNUOVO E LA MOGLIE La vincitrice, impiegata con la suddetta qualifica presso il Comune di Sant’Anastasia, è stata in data odierna sottoposta alla misura cautelare applicata dal GIP di Nola del divieto di dimora nella Regione Campania, misura cautelare applicata anche al coniuge risultato dalle attività complice nella vicenda corruttiva: si tratta di Paolo Manna, dentista di Casalnuovo e di sua moglie Georgina Biscardi, poi risultata prima in graduatoria.
LE OMBRE SUGLI ALTRI COMUNI Dagli innumerevoli elementi acquisiti nel corso delle indagini rileva che le singole condotte corruttive accertate sono attuazione di un programma criminoso del sodalizio, cui partecipano gli odierni indagati sottoposti alla custodia cautelare in carcere con un ruolo distinto e preciso: il Sindaco del Comune di Sant’Anastasia nell’individuare i soggetti che dovevano risultare vincitori grazie alI’apporto informatico del titolare dell’agenzia alla quale veniva affidato il servizio di organizzazione delle prove concorsuali e del Segretario Generale anche Presidente delle commissioni esaminatrici, entrambi preposti ad alterare gli esiti delle prove concorsuali, il consigliere comunale preposto alla ricezione del danaro pattuito per l’assegnazione dei posti di lavoro presso il Comune di Sant’Anastasia. Il materiale probatorio acquisito ha delineato un ‘sistema’, sicuramente già operante prima dell’inizio delle attività e che coinvolge altri concorsi pubblici i cui posti erano da distribuire tra soggetti individuati e che si sono svolti attraverso la cooperazione degli odierni indagati. Sono, invero, in corso in data odierna attività di perquisizione e sequestri di documentazione afferente concorsi pubblici presso vari comuni. Nel corso dell’operazione è stata contestualmente sottoposta a sequestro preventivo la società utilizzata dagli indagati per l’alterazione dei concorsi pubblici, risultata invero affidataria del servizio sempre la stessa società in totale spregio alle regole di rotazione e libera concorrenza di mercato, così come l’assegnazione dei posti pubblici messi a concorso sono risultati assegnati in totale violazione ai principi di trasparenza a tutela della parità di trattamento tra i diversi aspiranti ad un impiego pubblico.
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