Politica e Istituzioni

Operaio licenziato, il vescovo Di Donna: “Acerra non piace alla Doria”

La solidarietà della Curia a Michele Gaglione, il sindacalista mandato via dall’azienda per un commento social.
ACERRA – Operaio licenziato, arriva la solidarietà della Curia. È con amarezza e delusione per il triste epilogo della vertenza La Doria che il Vescovo di Acerra Antonio Di Donna esprime la propria vicinanza a Michele Gaglione, il sindacalista della Cgil fatto fuori dall’azienda agroalimentare per un suo commento social. L’uomo si era battuto tantissimo per evitare la chiusura del sito acerrano, con i dipendenti che dallo scorso ottobre sono stati trasferiti negli stabilimenti del Salernitano. Anche la Diocesi si è prodigata per evitare la chiusura della produzione ad Acerra scontrandosi però, fin dall’inizio, con la rigidità dei vertici dell’azienda, che monsignor Di Donna definisce “chiusi e inflessibili e che adesso si negano pure al telefono.
Chiudere ad Acerra un’azienda come La Doria significa dare un colpo quasi mortale alla naturale vocazione agricola del territorio, esponendolo al rischio di diventare sempre più terreno di conquista di siti inquinanti”. Il vescovo di Acerra ha continuamente invocato l’impegno di tutti, sollecitando tavoli istituzionali di concertazione, locali e ai più alti livelli, perché “la posta in gioco è alta” e riguarda il futuro di tutti, fino a denunciare le contraddizioni di “una visione miope e schizofrenica dello sviluppo del territorio”, che con l’abbandono di aziende come La Doria può “perdere definitivamente la propria identità”.
Dopo il licenziamento dell’operaio e sindacalista Michele Gaglione, l’amarezza e la delusione sono ancora più grandi, “perché- afferma monsignor Di Donna- dalla dismissione dello stabilimento e dalla completa chiusura di fronte alle ragioni di un’intera città siamo passati alla ricerca di un pretesto per licenziare chi con fatica e impegno ha portato avanti la lotta affinché l’azienda rimanesse e investisse in un territorio già martoriato dal dramma umanitario dell’inquinamento ambientale”. Esprimendo solidarietà a Gaglione, dunque, il Vescovo ribadisce e conferma “l’amara impressione che a questa azienda Acerra non piaccia”.
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