Politica e Istituzioni

Vertenza Doria, Marrazzo: si faccia chiarezza sul futuro dello stabilimento di Acerra

Per l’esponente del Pd e presidente della Commissione regionale Lavoro “è impensabile che una società così lungimirante non abbia chiara la volontà di cosa fare degli oltre 25mila metri quadrati che oggi ospitano l’azienda”.

Vertenza lavoratori ‘La Doria’, la Regione ‘bacchetta’ l’azienda. E’ quanto emerso dal vertice tenutosi stamattina al quale hanno preso parte un delegato della famiglia Ferraioli, proprietaria della nota azienda agroalimentare, il presidente della Commissione Lavoro della Regione Campania Nicola Marrazzo, il Vescovo di Acerra monsignor Antonio Di Donna, l’assessore regionale Amedeo Lepore, l’assessore del Comune di Acerra Nicola De Matteis ed i sindacati.

Nell’incontro l’azienda ha ribadito la propria intenzione di chiudere lo stabilimento di Acerra, pur garantendo che non ci saranno licenziamenti e che gli operai saranno delocalizzati negli altri stabilimenti regionali, mentre a Parma saranno trasferiti solo su base volontaria e con dovuti incentivi. “La proprietà de La Doria deve fare chiarezza sul futuro dell’opificio di Acerra – ha sottolineato Nicola Marrazzo – ora però c’è bisogno che da una parte riprenda il tavolo sindacale e dall’altra la proprietà ufficializzi le sue intenzioni sul futuro dell’opificio. Siamo di fronte ad una vertenza anomala. Il sito di Acerra è stato considerato dalla proprietà antieconomico, perché la produzione di sughi pronti avviene di fatto utilizzando prodotti acquistati in Emilia Romagna, trasportati in Campania e poi rivenduti sul mercato del Nord Italia, e tra l’altro non siamo di fronte alla volontà di licenziare i lavoratori, ma di ricollocarli negli altri stabilimenti presenti in Campania e proponendo un’alternativa nello stabilimento di Parma solo per i lavoratori che intendono di loro spontanea volontà essere allocati fuori regione.

Ora però è arrivato il momento di fare chiarezza sul futuro dello stabilimento. E’ impensabile che una società così lungimirante non abbia chiara la volontà di cosa fare degli oltre 25mila metri quadrati che oggi ospitano l’azienda. Come Regione Campania abbiamo rinnovato la disponibilità a ragionare su un piano industriale serio che preveda una riqualificazione del sito e che possa produrre nuove economia in una zona, tra l’altro, che oggi può usufruire di molteplici misure legate alla Zone Economiche Speciali” ha spiegato Marrazzo che ha avanzato una proposta “destinando lo stabilimento alla produzione alimentare attingendo ai prodotti agricoli d’eccellenza che insistono in quel territorio”.

In conclusione il presidente della commissione regionale lavoro ha anche manifestato la volontà di “inserire nella prossima legge di semplificazione che andrà in aula a stretto giro la possibilità per la Regione di redigere uno speciale elenco quelle aziende del settore della grande distribuzione che operano in Campania, grazie a contributi nazionali o regionali, e non presentino un piano aziendale che preveda occupazione stabile per almeno un decennio. Dobbiamo mettere fine a quel sistema secondo il quale un’azienda resta sul territorio solo per quel lasso di tempo vincolato dalla concessione degli incentivi”.

Dopo il vertice gli operai sono ritornati all’assemblea di fabbrica, con i sindacati che hanno accolto bene la posizione della Regione nei confronti dell’azienda fermo restando la preoccupazione per l’evoluzione della situazione interna.

 

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