La polizia ha eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di una parente del ‘padrino’ di Acerra Cuniell e’ Capasso: deve scontare quasi 2 anni di reclusione.
ACERRA – Favoreggiamento, 73enne arrestata: deve scontare quasi due anni di reclusione. E’ quanto avvenuto nel primo pomeriggio di ieri quando gli uomini del commissariato di polizia di Acerra, diretti dal vicequestore Antonio Cristiano e coordinati dal sostituto commissario Alessandro Gallo hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Corte di Appello di Napoli nei confronti di Maria Giovanna D’Iorio, una stretta parente del boss Cuono Crimaldi, meglio conosciuto come Cuniell e’ Capasso.
La donna deve espiare 1 anno, 9 mesi e 11 giorni di reclusione per favoreggiamento con l’aggravante mafiosa. Subito la notifica del provvedimento nella sua abitazione a due passi dal Duomo di Acerra, la donna è stata trasferita presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’esecuzione di ieri è dovuta alla pronuncia della Cassazione, che lo scorso aprile aveva confermato le condanne in Appello. La stessa, insieme al ‘padrino’ Crimaldi e ad altri tre imputati aveva scelto il rito ordinario: in primo grado aveva rimediato 4 anni, poi scesi a 2 anni ed 8 mesi in secondo.
In Appello tutti avevano beneficiato di uno sconto di pena, tranne che il boss, che deve scontare 27 anni di reclusione confermati dalla Suprema Corte. La 73enne venne coinvolta nell’inchiesta Risiko, che risale a settembre del 2010, quando vennero arrestate 43 persone: i fatti di quell’ordinanza rappresentarono l’atto conclusivo di un’attività investigativa snodatasi nell’arco di oltre un quinquennio.
Panorama di riferimento le dinamiche ‘crimino-camorristiche’ acerrane, l’arco temporale quello a cavallo tra il 2006 ed il 2008, all’indomani della morte di Ciro De Falco (‘o ciomm), che rappresentò una sorta di spartiacque, uno snodo cruciale che diede origine ad una catena di reazioni determinando una rimodulazione delle forze malavitose in campo.
Nell’ordinanza Risiko venne inflitto un duro colpo ai clan locali, (Crimaldi, De Sena, Di Fiore) in quella ribattezzata dal gip del tribunale di Napoli come una ‘camorra primitiva’, in cui non era possibile individuare schieramenti compatti, distinguere tra amici e nemici, identificare alleanze e contrapposizioni, dove le dinamiche criminali sono fluide e legate agli egoismi individuali, dove i rapporti nascono e si esauriscono con straordinaria rapidità. Una camorra violenta, rocciosa ed impenetrabile, che oggi, anche alla luce dei recenti fatti, è tornata a far parlare di sé per l’egemonia del business della droga. (redazione cronaca)
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