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Omicidi del 2002, in aula sentito il pentito Di Nuzzo

Vincenzo ‘uocchioruoss ascoltato nell’ambito del dibattimento che vede imputati alcuni personaggi eccellenti della mala acerrana e casalnuovese.
“Non so, non ricordo, mi sembra, ero detenuto”. Non ha fornito nuovi elementi né sulla camorra acerrana né ai fini processuali, la deposizione di Vincenzo Di Nuzzo detto ‘uocchioruoss, il collaboratore di giustizia che ieri mattina è stato sentito nel corso del dibattimento che vede tre imputati coinvolti a vario titolo per gli omicidi di camorra del 2002. Si tratta di Domenico Tortora, di Acerra e di Salvatore Alfuso e Umberto Egizio, entrambi di Casalnuovo.
Incalzato dall’avvocato Giovanni Bianco, difensore di Tortora, Di Nuzzo ha più volte spiegato davanti alla Terza Corte d’Assise (presidente Spagna) di non ricordare fatti e circostanze sia perché all’epoca era detenuto o perché in effetti nulla gli veniva in mente in proposito, ivi compresa la composizione dei clan locali.
Il 55enne gregario, con una lunga trafila nell’organizzazione criminale di Acerra, aveva deciso, con un vero e proprio colpo di scena, di collaborare con la giustiza l’anno scorso, durante l’udienza che lo vedeva imputato per estorsione insieme ad altre due persone. Davanti al collegio ‘D’ del tribunale di Nola, aveva chiesto di rendere dichiarazioni manifestando la sua volontà di passare dalla parte dello Stato. Ieri mattina, invece, ha mostrato un atteggiamento vago.
Per i quattro omicidi del 2002 a marzo erano stati condannati in cinque a oltre un secolo di carcere: dopo il rito abbreviato la 35esima sezione penale del tribunale di Napoli – gup Isabella Iaselli – aveva emesso dure sentenze nei confronti di cinque imputati all’epoca dei fatti organici ai clan Crimaldi, Tortora, Di Fiore, Egizio e Veneruso. Condanne più alte per Pasquale Tortora, Gaetano De Rosa e Umberto Gallo (i primi due di Acerra, l’altro di Casalnuovo), che avevano rimediato 30 anni a testa. Dodici anni cadauno, invece, per i collaboratori di giustizia Pasquale Di Fiore, di Acerra e Mariano Lanza, di Volla.
Lo stesso Lanza sarà sentito nella prossima udienza del processo prevista a metà novembre. Gli omicidi contestati, nello specifico, sono avvenuti nel 2002: si tratta dei delitti in cui vennero uccisi Carmine Esposito, o’ battlamier, uomo di riferimento del clan De Sena, avvenuto in via Volturno ad Acerra il 24 aprile; Domenico De Luca – ‘Mimilluccio – persona di fiducia dei Tortora il cui cadavere fu portato nelle campagne al confine con Afragola; Gennaro Panico, detto o’mpizzat, che avvenne a piazza San Pietro ad Acerra il 17 agosto come risposta all’omicidio De Luca e Giuseppe D’Alessandro, detto Peppe o’ feroce, che a sua volta fu ammazzato a Casalnuovo il 9 ottobre ed il cui cadavere venne chiuso nel bagagliaio di una macchina successivamente data alle fiamme in un terreno a Sant’Anastasia. (redazione cronaca)