Il neo allenatore granata non vede l’ora di cominciare la stagione in cui la squadra dovrà lottare per stare ai vertici della clasifica.
di Vincenzo Tanzillo
L’Acerrana scalda i motori in vista della prossima stagione, con il nuovo tecnico Telemaco Russo che non vede l’ora di cominciare la sua avventura sulla panchina granata. L’obiettivo è quello di lottare per i vertici della classifica nel prossimo campionato di Prima Categoria, facendo divertire il caloroso pubblico del Comunale, sempre vicino ai suoi beniamini. È un Telemaco Russo che parla a tutto tondo sull’Acerrana che si sta formando giorno dopo giorno. Una squadra già rinforzata con tre innesti, uno per reparto, col difensore Sparano, il centrocampista Russo e l’attaccante De Micco, tutti calciatori in linea con i parametri di una società che ambisce a riportare ad Acerra i migliori talenti locali.
Chi è Telemaco Russo e qual è il suo curriculum?
«Ho due anni di esperienza da allenatore della prima squadra. All’esordio ho vinto il campionato di Seconda Categoria con il club della mia città, la Virtus Goti, poi la voglia di fare calcio a livelli più professionali mi ha portato a frequentare il corso di allenatore Uefa B, conseguendo il patentino. Lo scorso anno alla Dionis Telesia abbiamo raggiunto i playoff nel Girone B di Prima Categoria e spero di migliorare con l’Acerrana il mio score personale».
Com’è nata la trattativa con Acerrana?
«Il primo contatto c’è stato verso la fine dello scorso campionato, ma per rispetto della mia vecchia società, ancora impegnata nei playoff, ho preferito attendere la fine della stagione per parlare la dirigenza granata. Dopodiché mi sono incontrato col presidente Esposito e il direttore sportivo Nocera e devo dire che ho esitato poco o niente prima di accettare la loro proposta».
Cosa l’ha convinta ad accettare l’Acerrana?
«Sono stato stimolato dalla voglia dei dirigenti di puntare a qualcosa d’importante per la città, mi ha convinto il progetto e il fatto che la piazza sia tra le più importanti del panorama regionale, nonostante non si trovi in categorie che più le competono. Per questo sono orgoglioso di allenare l’Acerrana».
Qual è il suo credo tattico? Ha un modulo di gioco preferito o le piace variare?
«La base di partenza è il 4-3-3, anche se sono uno che si adatta, non tanto alle caratteristiche dei giocatori le quali devono essere comunque prese in considerazione, ma soprattutto alle dimensioni del campo. Quando giochiamo in casa, ad esempio, avremo bisogno di più ampiezza per coprire bene il terreno di gioco, mentre in trasferta, magari su campi più piccoli, dovremmo modificare il nostro atteggiamento. Ci adatteremo anche in base all’avversario che avremo di fronte, ma il modulo base resterà sempre il 4-3-3».
Come giudica il mercato condotto dalla società?
«La dirigenza ha voluto portare in granata quei calciatori di grande caratura tecnica nativi di Acerra e ci siamo ritrovati un tassello per reparto: Sparano in difesa, Russo a centrocampo e De Micco in attacco. Posso dire che sia stato un mercato oculato, partendo comunque da una buona base come quella del gruppo dello scorso anno».
Si aspetta qualche altro colpo di mercato?
«Sinceramente non sono per lo stravolgimento totale. Per vincere il campionato, o quantomeno per lottare per i vertici, bisognava fare alcuni ritocchi e sono soddisfatto del lavoro della società, poi se dovesse arrivare un “top player” sarebbe ben accetto».
Ora si ritrova una squadra con un potenziale offensivo importante. Calciatori come Sais, Panico, De Micco, Assanti possono coesistere nel suo 4-3-3?
«Assolutamente sì. I giocatori di qualità possono giocare tutti insieme, l’importante è trovare il giusto equilibrio di squadra».
Con la Dionis Telesia ha ottenuto 61 punti in 28 gare, segnando 56 reti e subendone 29 nel girone forse più competitivo della Prima Categoria, mentre l’Acerrana ha conquistato 45 punti, realizzato 56 reti, prendendone 39, troppi per una squadra che vuole puntare al vertice. Come pensa di ovviare a questo problema?
«Mi piace curare tantissimo i particolari, così come risolvere eventuali carenze di organico. Ad esempio lo scorso anno con la Dionis Telesia non avevo una vera e propria prima punta, adattando un trequartista in quel ruolo, una sorta di “falso nueve”, cercando di lavorare sul punto di forza della squadra, ovvero la difesa. Il risultato è stato pochi gol subiti, soprattutto in casa, e gli esterni di attacco che hanno realizzato 14 e 15 reti a testa. Bisogna quindi puntare per il 51 per cento sul reparto più forte, senza ovviamente dimenticare gli altri, e l’equilibrio, fondamentale per una squadra che vuole ben figurare».
Lo scorso anno i limiti caratteriali della squadra, tra espulsioni e squalifiche in momenti clou del campionato e un po’ d’inesperienza hanno frenato la corsa dell’Acerrana nel girone di ritorno, come pensa di intervenire in tal senso?
«Non mi va di giudicare il lavoro di chi mi ha preceduto, ma in base ai numeri credo che sette sconfitte in trasferta siano dettate soprattutto da limiti caratteriali e dall’inesperienza più che dai valori tecnici, anche perché credo che i giocatori che sono andati in campo, in casa o fuori, siano gli stessi. Lavoreremo sodo anche su quest’aspetto, consapevole che la squadra abbia un anno in più di esperienza e credo che non ripeterà gli errori del passato».
Cosa si prova a sedersi sulla panchina dell’Acerrana, da sempre piazza esigente e abituata a ben altri palcoscenici?
«Sono cosciente del peso delle responsabilità, ma anche di ciò che io e il mio preparatore atletico, Pasquale Lubrano, possiamo dare a questa squadra».
Dove può arrivare l’Acerrana?
«Non posso sapere con certezza dove possiamo arrivare ma sicuramente lotteremo per il vertice della classifica».
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