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Il Vescovo di Acerra: Terra dei Fuochi, tante parole ma pochi fatti
Monsignor Di Donna nell’incontro con la stampa: “La camorra su questo territorio ? Non così drammatica”. Sul processo Pellini: “Sentenza discutibile”.
“Terra dei Fuochi, tanti annunci, molta retorica e pochi fatti”. E’ il monito del Vescovo Di Donna che sabato mattina ha incontrato i giornalisti in occasione della 49a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Tra camorra, ambiente e politica Monsignor Antonio Di Donna, Vescovo della Diocesi di Acerra (che abbraccia anche i comuni di Casalnuovo, Arienzo, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico e Cervino) ha lanciato forti e decisi messaggi verso le istituzioni a difesa della sua comunità.
A gennaio 2014, in concomitanza con il suo arrivo a capo della Diocesi, si era fatto portavoce, insieme agli altri Vescovi della Campania, di un messaggio ai vertici della Regione Campania per la tutela del territorio. “E’ trascorso un anno – le parole dell’alto prelato – e come ho ribadito durante la messa per la morte del vigile Michele Liguori vedo ancora molta retorica e pochi fatti. Nessuna bonifica, gli screening medici vengono solo annunciati, manca il sostegno all’agricoltura e non c’è il rilancio della cultura. Di certo si poteva fare molto di più”.
Nel 2015 – la sua anticipazione alla stampa locale – Acerra sarà la tappa conclusiva del tour dei Vescovi della Campania sul tema della città da costruire e della custodia del creato. Di qui, il richiamo alle istituzioni: “Il tema ambiente sembra essere uscito fuori dall’agenda politica: il dramma è ben lontano da essere risolto. Ho l’impressione che non si voglia capire che il territorio di Acerra è saturo e non tollera altre realtà inquinanti. Acerra ha già dato: la mia domanda è c’è speranza per questa città o questo popolo è uno ‘scarto’ ? Mi risulta che presso l’amministrazione comunale siano presenti 18 richieste di allocare industrie nella nostra terra. Di che impianti si tratta ? Tengono conto dell’impatto ambientale ?”.
Per Monsignor Di Donna, tuttavia, è quanto mai necessario insistere nella ricerca dell’operazione verità che lui auspica sin dal suo insediamento: “C’è un pendolarismo tra negazionismo ed allarmismo. I dati sono ballerini, la realtà non è precisa. Per me, però, il dato determinante, tuttavia, sono le morti, soprattutto quelle dei bambini. Andatelo a spiegare alle madri. Quello che è avvenuto nella zona negli ultimi 30 anni non è di certo ‘una botta di salute’. Occorre capire bene cosa è successo e quello che succede”.
Passaggio forte anche sul processo Pellini: “Sentenza discutibile – spiega – perché c’è ancora qualcosa da capire, è incompleta. Dove sono gli imprenditori del Nord che hanno provocato il disastro ambientale ?”. Di Donna si è insediato ad Acerra dopo l’esperienza nella Curia Vescovile di Napoli: “Lì la realtà di camorra era più drammatica. Qui, invece, non dico che non esista, ma non di quelle dimensioni.
Ad Acerra mi preoccupano i raid nelle scuole, la refezione scolastica assente ed i dirigenti che devono fare i salti mortali, lo spaccio di droga, la mancanza di lavoro, serbatoio dal quale la malavita attinge. La camorra va contrastata non solo a livello di legge ma con l’educazione”. Infine ecco che arriva l’invito alla speranza: “Mi auguro che come ha detto Papa Francesco ci sia più spazio in futuro per le buone notizie: ad Acerra, per esempio, sono rimasto ammaliato dall’equipe medica che a Villa dei Fiori ha in cura i malati colpiti da ictus e mi conforta la voglia di reagire di alcuni cassintegrati dell’ex Montefibre che stanno mettendo in piedi un progetto autonomo”.