L’Italia di Genny a Carogna, che non sa decidere, organizzare e punire

By on 6 maggio 2014

ACERRA – Un’Italia amara, superficiale e confusionaria. Che non sa più decidere, né organizzare, né punire. E’ il quadro ridicolo e tragicomico che emerge giorni dopo i fattacci, questi sì tragici, che hanno caratterizzato il prepartita Napoli-Fiorentina.

Il sottoscritto, due anni orsono, in veste di cittadino e di tifoso si complimentò con la Questura di Roma per l’organizzazione dell’evento Napoli-Juventus, finale della Coppa Italia, che si svolse nella Capitale. Dopo l’email di congratulazioni per la gestione dell’ordine pubblico inviata alla stessa Questura fu con grande sorpresa, orgoglio e piacere che ricevetti la telefonata in persona dell’allora questore di Roma, il dott. Francesco Tagliente, col quale intercorse colloquio piacevole ed informale. L’unico mio ‘rammarico’, in quella circostanza, fu che sebbene fosse stata necessaria una netta divisione dei settori per le due tifoserie, mi dispiaceva non aver potuto assistere alla partita assieme alla mia compagna, rispetto alla quale ci dividono i colori calcistici.

Ritengo che il vero salto di qualità avvenga quando due tifosi di squadre diverse riescano a stare fianco a fianco. Cosa è cambiato, dunque, rispetto a due anni fa ? Perché allora ci fu soltanto qualche scaramuccia (episodi riprovevoli) ed oggi un ragazzo napoletano lotta tra la vita e la morte ?. I quesiti sono molteplici e ahimè, ad oggi ancora inevasi. Qual è la verità ? La sapremo mai ? Quali sono i fatti per i quali ancora oggi non c’è stata un’’esatta e precisa ricostruzione ? Ad oggi, dopo tre giorni dagli eventi nefasti di Napoli-Fiorentina, perché nessuno, stampa nazionale e locale, è riuscita a dare una ricostruzione esatta di quanto avvenuto ? Ad oggi, dunque, non si ha ancora contezza dell’esatta dinamica dei fatti. Se la Questura di Roma ha ribadito che mai è intercorsa trattativa tra i responsabili dell’ordine pubblico ed i tifosi del Napoli perché ancora oggi si continua a voler far intendere che la decisione di far giocare la partita sia stata una prerogativa del sig. De Tommaso, tra i leader del tifo organizzato napoletano ? Perché lo Stato va a parlare con una persona che indossa una maglia che ha una scritta che invoca la libertà e la revisione del processo per un omicida di un uomo dello Stato ? Nessuno dei responsabili dell’ordine pubblico di sabato sera si è accorto di quella scritta ?

Ma poi, quella scritta stessa rappresenta un reato ? Perché il signor De Tommaso è stato destinatario di un provvedimento d’interdizione dagli stadi (Daspo) per 5 anni ? Quali sono i fatti che motivano tale decisione ? Se i verbali degli 007 della Procura Federale (presenti a bordo campo nelle fasi concitate avvenute sotto la Curva Nord) dovessero contraddire quanto in questi giorni ribadito da Questura e Prefettura di Roma, quale sarebbe, dunque, versione corretta ? Perché i tifosi del Napoli non sono stati fatti confluire a via Schiavonetti ? Perchè non c’è stato un rigoroso controllo di biglietti, tessere del tifoso e documenti a monte ? Perché c’è stato quell’enorme difetto di comunicazione da parte degli operatori dell’informazione della Rai che non è stato in grado di fornire notizie reali ? Perché i tifosi del Napoli sono entrati nel viale Tor di Quinto ? Perché non si sono scelti itinerari differenti ? Perché per i i media nazionali si è subito dato per certo che un tifoso della Roma abbia sparato contro Ciro Esposito salvo poi tornare indietro ed usare i condizionali dopo gli esami dello stub ? Interrogativi che non fanno altro che provocare sconcerto e rabbia in un’Italia che non sa più a chi credere. A cosa credere. (di achille talarico)

Centro Servizi Acerra