ACERRA (achille talarico) – “Non volevo uccidere, sono intervenuto per difendere mio fratello che stava prendendo le botte”. E’ quanto ha affermato ieri mattina Salvatore Manna, difeso dagli avvocati Giovanni Bianco e Domenico Paolella, davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nola Giuseppe Sepe nel corso dell’udienza di convalida del fermo.
Nei confronti di Manna, dunque, il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Salvatore Sagliocco, avvenuto la sera della domenica di Pasqua. L’uomo ha confessato, ribadendo quanto già detto alla polizia. “Mio fratello è stato aggredito in casa sua, l’ho visto ‘sotto alle mazzate’: stavamo apparecchiando la tavola, il cassetto della cucina era aperto, ho visto il coltello e l’ho preso”. Il resto, purtroppo, è storia già risaputa, con le coltellate che hanno ferito Sagliocco al corpo, compresa quella letale che gli ha squarciato il polmone e che l’ha ucciso. Mentre il 40enne lottava tra la vita e la morte nel pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori, Salvatore Manna aveva provveduto ad avvertire la polizia. “Sono a casa – aveva riferito – è successo un guaio”.
Ed è proprio sul luogo del delitto che gli agenti diretti dal vicequestore Pietropaolo Auriemma l’hanno trovato e successivamente portato negli uffici di via Tasso per interrogarlo sull’accaduto. Ieri, in tribunale, la conferma: Salvatore Manna non voleva uccidere, è intervenuto per aiutare il fratello, di tre anni più giovane, che stava litigando con la vittima. Vittima, che stando ad indiscrezioni, pare fosse accompagnata da altre tre persone, di cui una sarebbe rimasta ferita proprio da un fendente nel corso della colluttazione. La lite della sera arrivava dopo quella del pomeriggio, quando Sagliocco si era recato a casa Manna per aver individuato nel fratello di quello che poche ore dopo sarebbe diventato il suo assassino, come colui il quale si era portato via un portafogli trovato sul bancone di un punto scommesse del centro storico.
Sagliocco l’aveva riconosciuto dalle telecamere interne al locale visionate probabilmente insieme all’effettivo proprietario del portafogli, forse un immigrato, che gli aveva chiesto se conoscesse quella persona. E il caso ha voluto che quell’uomo abitasse in uno stabile dello stesso quartiere del rione Gescal, conosciuto anche come ‘Congo’. Sagliocco, pertanto, si era recato già una prima volta a casa Manna, senza ottenere la restituzione del portafogli, che conteneva 120 euro ma non i documenti. Poi la tragedia della sera, con una spedizione punitiva che è finita con la morte di un padre di famiglia di appena 40 anni. Nel giorno di Pasqua.
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