Omicidio Sagliocco, la compagna: “Nessun perdono per chi lo ha ucciso”

ACERRA (achille talarico) – “Vogliamo giustizia per Salvatore: nessun perdono per chi l’ha ucciso”. Sono le parole pronunciate dalla compagna del 40enne deceduto la sera di Pasqua accoltellato al termine di una banale lite scoppiata per la restituzione di un portafogli.

Nel primo pomeriggio di oggi, dunque, si sono svolti i funerali di Salvatore Sagliocco, con la salma che è arrivata da Napoli direttamente nella chiesa di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Una folla di parenti ed amici ha salutato per l’ultima volta quel muratore tanto benvoluto nel quartiere Bruno Buozzi. Le esequie sono state in forse fino a poche ore prima dell’orario previsto e comunicato ieri alla città col manifesto funebre: il via libera definitivo, tuttavia, è arrivato intorno alle 13, coi familiari che avrebbero voluto che il corpo del loro caro passasse per l’ultima volta sotto casa sua, in quell’abitazione ubicata al terzo piano della scala A dell’isolato 6 (Parco Pertini) del rione Gescal. Permesso che è stato negato. Due piani sotto, invece, abitava Salvatore Manna, il 53enne che ha accoltellato a morte il vicino: domani mattina per lui (difeso dagli avvocati Giovanni Bianco e Domenico Paolella) è previsto l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nola dott. Giuseppe Sepe.

I capi d’imputazione sono omicidio e porto abusivo d’arma, ma il pubblico ministero ha ipotizzato anche il dolo eventuale. Il che significa che il Manna ha agito non per uccidere, ma comunque con un’accettazione consapevole del rischio di farlo. L’esame autoptico ha evidenziato come delle sei coltellate inferte alla vittima dall’aggressore, una sia stata quella fatale: un colpo che ha squarciato il polmone sinistro di Sagliocco tale da provocare un’emorragia contro la quale a nulla sono valsi gli sforzi dei medici del pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori di salvargli la vita. Intanto proseguono nel più stretto riserbo le indagini del locale commissariato di polizia (diretto dal vicequestore Pietropaolo Auriemma) per far luce su ogni particolare della vicenda che ha segnato per Acerra quella che resterà nella storia come ‘la tragedia di Pasqua’: il portafogli è stato rinvenuto a casa Manna, dove insieme a Salvatore abitava anche il fratello di 50 anni.

Sarebbe stato lui a trovare e a prendere il portafogli ‘maledetto’ sul bancone di un punto scommesse del centro storico: portafogli sulla cui proprietà stanno investigando i poliziotti di stanza in via Tasso. Si stringe il cerchio, inoltre, intorno al gruppo (di cui faceva parte la vittima) che la sera del 20 aprile scorso si era recato nell’abitazione dei Manna per pretenderne la restituzione. Si tratterebbe di persone residenti tutte nella Gescal (quartiere conosciuto anche come ‘Congo’) di cui una sarebbe rimasta ferita da un fendente alla mano nel corso della colluttazione. Lo stesso Sagliocco aveva già provato nel pomeriggio a chiederlo indietro, dopo aver individuato nel 50enne come colui il quale si era portato via il portafogli dal centro scommesse: qui, c’era stata una prima lite, nulla però, rispetto a ciò che sarebbe successo solo qualche ora più tardi.

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