ACERRA (achille talarico) – Due ore per accertare se il terreno è effettivamente inquinato oppure no: da un primo rilievo non sono emersi, per fortuna, al momento, rifiuti da scatenare un allarmismo che appare al momento ingiustificato.
Sono stati effettuati questa mattina gli scavi a cura dei tecnici dell’Arpac su di un fondo a destinazione agricola, parzialmente coltivato a patate, in contrada Lenza-Schiavone. Sette ‘fossi’ su un campo di due ettari e mezzo di proprietà di un agricoltore di Casoria: il comando di polizia municipale, una volta recepita la relazione dell’agenzia regionale per l’ambiente, l’ha inoltrata alla Procura di Nola per gli sviluppi del caso col terreno che non è stato sequestrato.
Gli scavi, dunque, non hanno portato in superficie materiali tali da poter dichiarare uno stato inquinante di quel pezzo di terra: rinvenute bottigliette di profumo, bulloni, plastica e materiale di risulta. Nessuna traccia, in questa fase, di fanghi tossici, di fusti e bidoni industriali: solo l’esito delle analisi, pertanto, potrà decretare lo stato di contaminazione del fondo. I risultato, inoltre, dovranno spiegare l’anomalia di un dosso che a prima vista è stato interpretato come ‘estraneo’ a quello preesistente: in sostanza non si esclude che sia stato portato lì apposta. La vicenda era partita dopo l’ennesima denuncia di una coppia di cittadini raccolta da polizia e vigili urbani che per prassi avevano informato la Procura di Nola: i giudici bruniani anche in quell’occasione avevano deciso per di non sequestrare l’appezzamento.
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