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Processo ‘Nemesi’, la vittima dell’estorsione non si presenta: udienza rinviata

Nessuna grossa novità emersa nel corso del dibattimento che vede imputate 12 persone e che sta affrontando la parte che riguarda il ‘pizzo’.
ACERRA – ‘Operazione Nemesi’, la (presunta) parte offesa irreperibile. E’ quanto emerso nel corso dell’udienza dibattimentale del processo che vede imputate 12 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione, tentata estorsione e spaccio.
Alla sbarra ci sono Antonio Martino, detto ‘o surice, di Caivano e gli acerrani Gaetano Soriano (classe 1977, detto ‘o brasiles), Ferdinando Sena, meglio conosciuto come nanduccio sastiano, Cuono Lombardi, alias Cuniell ‘o nzalatore, Michele Di Lauro, Ciro Mele, la moglie Anna Pappagallo e loro figlio Vincenzo Mele, Giancarlo Avventurato (fratello del boss Peppe, ucciso a dicembre del 2019), Armando Iorio, Giuseppe Avventurato ed Anna Tarantino. Eccetto l’assenza del teste della Procura, tra l’altro presunta parte offesa, nessuna novità significativa – ad oggi – è venuta fuori dall’udienza del processo che è in corso davanti al Collegio A del tribunale di Nola, presidente Giovanna Rosa Immacolata Di Petti.
A maggio, invece, in 14 erano stati condannati in abbreviato: tra questi anche il ras dei marcianisiell Vincenzo Di Buono, al quale era stato inflitto l’ergastolo per l’omicidio – in qualità di mandante – di Adalberto Caruso, meglio conosciuto come Ignazio ‘a mpechera, ucciso a piazza San Pietro il 19 settembre 2015. In sede di rito alternativo, inoltre, erano arrivate pure due assoluzioni.