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Calcio meglio col pubblico o senza? I risultati sono sorprendenti
La pandemia ha inciso eccome sulle vite di tutto il mondo, cambiando le abitudini più minime ed insignificanti. E modificando alcuni trend dati per assodati alla vigilia dell’esplosione del Covid-19. Non ha fatto eccezione il mondo del calcio, che ha vissuto un anno particolarissimo. Anzitutto per una peculiarità: il divieto per i tifosi di affollarsi sugli spalti. E dunque, ha senso un calcio senza tifosi, uno stadio senza pubblico? A quanto pare no, e lo dice uno studio sui tifosi in era covid pubblicato da Gaming Insider. Il pubblico è considerato un po’ ovunque il calciatore numero 12, al punto che squadre storiche come il Boca Juniors hanno tenuto a precisare che la squadra è la metà a cui si aggiunge un +1 che riguarda la “Doce”, la mitica curva della Bombonera. Ma anche in Europa la musica è più o meno la stessa.
La Bundesliga, il campionato massimo in Germania, non ammette quasi mai il numero 12, riservato al pubblico che durante la pandemia ha dovuto fare necessariamente uno stop. Il campionato, alla pari degli altri, è ripartito senza spettatori e si è chiuso velocemente.
Il pubblico è necessario ma i dati riportati da Gaming Insider smentiscono uno degli stereotipi più comuni legati al mondo del pallone. In Premier è emerso che le prime 38 partite della nuova stagione calcistica hanno registrato un totale di 144 gol, 40 in più rispetto alla precedente. La media gol, peraltro, è aumentata: 3,79 a partita, un dato che non si vedeva dal 1930. Una ripresa positiva, su cui incidono partite come Aston Villa-Liverpool (7 a 2) o il 6-1 del Tottenham sul Manchester United. Allora ci si è chiesti se la tifoseria influisca o meno, in maniera determinante, sulle performance dei calciatori in campo. Ha provato a rispondere la leggenda Michael Keane, che ha affermato che l’assenza di pubblico potrebbe aver agevolato i calciatori, meno sottopressione e più liberi di agire senza essere giudicati. A ben guardare è possibile che uno stadio vuoto influenzi la squadra padrona di casa e secondo quanto analizzato da Gaming Insider il 46,2% delle partite giocate in casa dalle squadre di Premier hanno avuto esito positivo. Prima del lockdown in trasferta le squadre hanno vinto il 27,6% delle gare, con gli stadi chiusi il 36,9%. Ragion per cui il calcio è religione che unisce comunità di persone e non può essere pensato fuori da questa logica. Intanto molti si chiedono quando torneranno i tifosi allo stadio.
La campagna vaccinale promette bene e l’immunizzazione di gregge potrebbe presto portare ai risultati sperati. Anche perché le perdite sono ingenti: solo in Premier i club denunciano settecento milioni, più di cento milioni di sterline perse a partita. Il calcio per l’economia è fondamentale. Ecco perché a rischiare sono i club più piccoli, i più penalizzati da questa situazione. L’effetto domino che si rischia è enorme, e molti rischiano l’estinzione calcistica. Dunque al momento la priorità è andare in campo e permettere di guardare partite, per non rischiare un salasso che farebbe male a tutti.