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Incatenato per oltre 24 ore sul tetto del Comune: sgomberato e denunciato

Un 47enne dipendente del Consorzio Unico di Bacino era salito in cima al Municipio ieri mattina: ci è rimasto per tutta la notte.Più di 24 ore incatenato a trenta metri di altezza per chiedere quasi tre anni di stipendi arretrati. E’ la nuova protesta messa in atto ieri mattina dai lavoratori dell’ex Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta, che intorno alle nove sono saliti sul tetto del Municipio incatenandosi all’antenna. In due, che hanno mostrato anche una sciarpa del Napoli per omaggiare la morte del capotifoso Pasquale D’Angelo, sono saliti in cima al Comune ieri mattina alle nove: uno è sceso ieri sera, l’altro è rimasto ‘appeso’ nel vuoto fino a questa mattina, quando poco prima delle 11 è stato sgomberato dalla polizia.
Ha trascorso tutta la notte da solo, coi volontari della Protezione Civile che gli hanno portato coperti e generi di prima necessità. Giù, a guardarli e ad assisterli, i colleghi, disperati per una situazione divenuta insostenibile. Sul posto erano giunti anche i vigili del fuoco che avevano sistemato un gonfiabile nello spazio antistante il comando dei vigili urbani: a trattare con i manifestanti ci aveva provato la polizia, ma la risposta era stata negativa per tutta la giornata. “Vogliamo i soldi, cioè quanto ci spetta – la replica – non chiediamo incontri nè vertici. Ad oggi – spiegano esausti i lavoratori, tecnicamente ancora dipendenti del Consorzio ed ‘in disponibilità’ – ancora non abbiamo capito chi è il nostro interlocutore, a chi dobbiamo rivolgerci, chi può risolvere la questione”.
Hanno scritto a tutti, premier Renzi e Papa Francesco compreso. “Il Santo Padre di ha risposto con la sua benedizione chiedendoci di credere nel Signore e pregare: parole ‘sante’, ma noi abbiamo bisogno di mangiare”. La vertenza interessa un migliaio di persone tra Napoli e Caserta, di cui oltre un centinaio ad Acerra. Gli ultimi soldi risalgono alla vigilia di Natale: “Un contributo di 400 euro di fame – tuonano – una vergogna. Di recente, invece, a Caserta hanno pagato almeno cinque mensilità. A Napoli no”. “Ci sentiamo abbandonati da tutti – l’accusa – ci hanno impedito perfino di portare l’acqua a chi stava protestando sul tetto”. Anche se venerdì sera l’oltranzista della protesta, Gaetano D’Errico, ha ricevuto una bottiglia di minerale. I dipendenti hanno tutti intorno ai 50 anni, madri e padri di famiglia sull’orlo del lastrico: “Non ce la facciamo più, non viviamo più. A casa si litiga di continuo e c’è vergogna nel dover spiegare alcune cose ai nostri figli. Ci stiamo ammalando di stress e di ansia. La moglie di un collega la settimana scorsa è morta d’infarto: pochi giorni prima avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita specialistica, ma non aveva gli 80 euro per pagare il medico. Lo Stato ci sta uccidendo lentamente”.
Una situazione drammatica, con l’ex Consorzio (che avrebbe dovuto occuparsi di raccolta differenziata) che ha le casse vuote ed i liquidatori che cambiano di continuo. Martedì previsto un incontro in Prefettura coi sindaci dei Comuni che ne fanno parte. I lavoratori non ci andranno: “Noi vogliamo solo gli stipendi”, il concetto ribadito mentre questa mattina lasciavano l’area del Comune. Il 47enne è stato denunciato per procurato allarme. (achille talarico)